IL VIANDANTE DEL PURGATORIO
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Amo la mia casa
ed il suo respiro
e quei muraglioni
incastonati alla Murgia
che scendono a terrazzo
al dirupo dei brividi.
Amavo il mio piccolo orto
e quelli dei miei zii,
che emanavano l’essenza
di basilico fiorito,
con alberi pronti a donare
un fico e una mandorla.
In mezzo a quel gruppo
di dimore di pietra,
una piazzetta davanti
alla Cappella bianca
della Santa Vergine
Beata del Carmelo.
Dove assistevo commosso
al giungere di donne nel loro
slancio di grata adorazione.
Eravamo poveri e tra noi
un pò, la solidarietà era forte
verso i vecchi analfabeti.
Privi di cultura intellettuale,
per cui molti volevano ascoltare.
Mio padre che era un forestiero:
l’uomo che raccontava il mare
ed i mondi lontani, incantava,
nel parlare di episodi Biblici.
Là al Purgatorio,
dove il mare pare più vicino
e già nelle ore antelucane
si udiva il trambustio dei muli
e l’affogato canto dei galli,
mentre cessava il verso dell’allocco
che cercava riparo rifugiandosi
in un anfratto delle Lamie.
Si riponeva l’eco di cavalcature,
dopo il pieno di acqua alla fontana
dato dallo scendere di pendio a pendio,
nel cammino verso la Trisaia:
la dolce distesa di uliveti e di granai,
nel mentre il sole saliva.
Dal mare andava su lentamente
incendiando di arancione l’alba,
la sottostante piana ed i cieli,
con un susseguirsi di colori.
Nell’ affascinante natura del sud,
che il Purgatorio poneva ugualia tra noi.
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Immagine fornita dall’autore.
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