Tutto sommato sì. È solo un tabellino da voltare quando passa la giornata. Da 10 a 11, così come da 11 a 12. Eppure, è cambiato tutto dopo l’11 Settembre.

Abbiamo considerato il terrorismo, abbiamo iniziato ad essere analisti di teorie cospirative e abbiamo smesso di credere allo stesso modo all’ American Dream.

Due aerei che si abbatterono sulle torri del World Trade Center, le più alte all’epoca. Tutti con civili a bordo, essendo stati dirottati da membri a bordo di Al Qaeda. Oltre agli altri due aerei che miravano al Pentagono e alla Casa Bianca caduti prima del loro obiettivo. Forse qualche eroe a bordo, chissà.

All’epoca. Sono passati ben 16 anni: 11 Settembre 2001. Come lo dimentichi? L’inizio della guerra 2.0, quella che oggi fa saltare le vittime da una decina o un centinaio di persone alla volta, ma che lì coinvolse migliaia di persone. Facciamo migliaia e migliaia di persone considerando parenti e addetti ai lavori. Facciamo milioni, considerando il cuore ferito e terrorizzato di ogni americano.

Un attentato ai danni dell’umanità, di cui il governo Bush non farà un semplice mea culpa, per sé e quanto lasciato dietro dalle altre guerre. No. Meglio andare a prendere il responsabile Bin Laden. Ok, ma a che pro? È una sconfitta a prescindere. Avevano già perso. Il mondo aveva perso, come perde ogni giorno oggi dimenticando quella strage e quelle che ci passano davanti agli occhi. Mobilitarsi dopo una strage? Perché non prevenirla? Cambiare le leggi dopo gli omicidi? Perché non prima? Smettere di giocare a Risiko con l’Oriente? No, quello è impossibile. Oggi siamo punto a capo.

Il mondo uscì sconfitto, il mondo occidentale per l’esattezza. Ad Oriente si perdeva da sempre invece, già da tempo, tranne quando l’Onu si ricorda dell’esistenza di quella parte del mondo.

Un potere terrorista alimentato dagli stessi paesi che lo combattono. E per l’Occidente non bastava il crimine organizzato locale da contrastare o da eleggere, bisognava combattere anche questo, chissà come.

Ma l’11 Settembre 2001 ha anche mandato nel dimenticatoio l’11 Settembre 1973, data in cui l’America giocò col Cile grazie alla CIA. L’America giocava col Cile così come giocava con il mondo. Pinochet riuscì nel golpe a Salvator Allende, e una delle più grandi dittature della storia poté iniziare grazie al governo americano.

Il mondo e l’America. Il mondo è l’America. La globalizzazione. La globalizzazione che apre le frontiere ai terroristi, a problemi mai risolti, a tutto ciò che sovrasta i diritti dell’uomo.

L’11 Settembre ha lasciato in noi un forte senso di colpa, ma che dura un giorno, giusto uno. Domani sarà di nuovo tutto normale e non avremmo più nulla da combattere.

Avremmo fatto il nostro dovere, reduce dei poteri forti. Mentre quel sangue ha cambiato per sempre, la vita di migliaia di persone. L’altro ieri in Cile, ieri a New York e oggi in tutto il globo.

Lascio un link dove potete vedere le nuove costruzioni sorte su quello che fu distrutto quel giorno, per capire, oggi, almeno architettonicamente, cosa è stato ricostruito:

https://ny.curbed.com/2017/9/11/16284798/world-trade-center-nyc-construction-update

11settembre1973.jpg

via Alla fine è solo un’altra data della storia —

Fonte:https://francescogallucci.net/2017/09/11/alla-fine-e-solo-unaltra-data-della-storia/