PETREOLIA ONDA LUCANA 2017
Vignetta tratta da repertorio di Onda Lucana by Antonio Morena 2017

Tratto da:Onda Lucana by Onda Lucana Press

Ci fu un tempo in cui le terre del sud Italia, cosiddette di mezzo, ossia circondate dai mari Tirreno e Ionio, nonché racchiuse a sud dalla catena del Pollino, a nord ovest dal Fiume Ofanto e la catena appenninica, mentre a est dalle pianure daunie e apule, veniva con anche marcate acquisizioni o sottrazioni territoriali di natura amministrativa, denominata in principio Enotria, per via, pare, della caratteristica espansione della viticoltura. In seguito, dopo l’affermarsi in loco di un popolo di origine sannitica, si formò un discreto potentato regio, che raggiunse l’unità politica di buona parte dei territori sopra elencati. Questo popolo  prese il poetico nome di lucano, per via delle “luci” i boschi che ricoprivano il 90% del territorio. Ancora, secoli dopo, gli stessi territori chiamati per questo Lucania, mutarono nome per la terza volta poiché rappresentavano uno degli ultimi resti del dominio del Basileus di Costantinopoli, per questo da qui e fino ad oggi, rimase il nome Basilicata, terra del Re! Oggi, che non ci sono più Papi e Imperatori regnanti, Politici e Stati Nazionali, ma tutto è ridotto a una melassa commerciabile, è gusto che i territori mutino il proprio nome in base alle esigenze economiche, e dunque se da noi, nell’ex Lucania, non è residente più nessuno degli antichi abitanti, sostituiti da selve di pale eoliche e torri di trivellazione petrolifera, è giusto giungere alla crasi di entrambe le uniche attività presenti il loco, per cui Petreolia! Evviva! Ah, dimenticavamo, oltre al roteare delle pale eoliche ruotano, per la regione, migliaia di migranti: ombre nere tra le torri bianche. Progetto ambizioso, rischioso e vizioso; lascito coerente di una politica incosciente.

Tratto da:Onda Lucana by Onda Lucana Press