Come decifrare il Gran Premio elettrico di ieri

Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo

Ieri è cominciata la nuova stagione di Formula E. Si tratta della massima serie automobilistica a propulsione elettrica. Da quest’anno la categoria subisce una specie di metamorfosi in videogame: tra “turbi” distribuiti per televoto e potenza ulteriore attivata passando per corsie speciali, la carne a cuocere è tanta e rende difficile seguire l’andamento della corsa. Ma non impossibile.

A prima vista, la gara di ieri è stata indecifrabile. È mancato un riferimento in termini di durata: dalla stagione 2018/2019, gli ePrix di Formula E si misureranno in minuti e non in giri. Cioè: la corsa avrà una durata di 45’, più un ultimo giro (quello successivo a quello in corso allo scadere dei 45’). Il che ha complicato la vita a chi voleva decifrare strategicamente le gare dei piloti. Nella serie elettrica tutto si gioca sui consumi energetici: e se non si ha un riferimento preciso in giri (se le auto accelerano, se ne faranno di più), diventa difficile fare previsioni. Lo diventa per le squadre, figuriamoci per i fan.

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Aggiungiamoci il caos infernale prodotto dall’HyperBoost. Da mesi la formula elettrica ammicca al videogioco Mario Kart, riferendosi a questo nuovo “turbo” che tutti i piloti devono usare due volte a gara. È noto anche col nome attack mode: per attivarlo, il pilota deve attraversare una “corsia” fuori traiettoria. Dal giro dopo disporrà di circa 50 cavalli aggiuntivi per i successivi 4 minuti. Un vero e proprio calcio nella schiena, che trasforma l’auto in un ghepardo al confronto con gli avversari. Peccato che il continuo scambio di posizioni abbia solo confuso le idee a chi seguiva l’ePrix.

Ma a ben guardare qualche osservazione la si può trarre. Anzitutto, chi ha vinto la gara? Antonio Felix Da Costa, primo pilota del BMW Andretti. La squadra americana a propulsore tedesco sembra aver ingranato il progetto. Che il motore BMW fosse molto competitivo lo si era capito fin dai test pre-stagionali. E va osservato che la macchina non ha soltanto vinto l’ePrix: ha anche impostato il miglior crono in qualifica. L’esperienza di Da Costa ha permesso di portare a casa il gradino più alto del podio. Mentre Alexander Sims, esordiente nella categoria, sembra essere in maggior difficoltà. Quest’anno è chiamato a una rapida crescita.

Anche perché in classifica costruttori la BMW Andretti ha un rivale davvero temibile. Si tratta della Techeetah. La squadra cinese schiera il duo più scoppiettante della categoria: l’ex F1 Jean-Eric Vergne, campione in carica, e André Lotterer, campione e pilota WEC. Il team da quest’anno equipaggia motori DS (marchio del gruppo Citroen-Peugeot): i francesi hanno trovato la quadra e finalmente costruito un propulsore all’altezza delle prime posizioni. Perfettamente integrato con l’organizzazione Techeetah, che ha rischiato di iniziare la stagione con una doppietta. Solo la Direzione Gara ha impedito ai franco-cinesi di festeggiare un doppio podio (con due penalità).

Quest’anno sembra contare tantissimo l’esperienza dei piloti. Anche Oliver Rowland, neoscudiero di Sebastien Buemi, è apparso molto meno in palla del collega. Viceversa il Campione svizzero è stato palese vittima della sfortuna: addirittura aveva attivato l’attack mode in regime di “bandiera gialla ovunque” (tutte le vetture erano obbligate a rallentare) in previsione della ripartenza… e invece è entrata in pista la Safety Car, che ha frenato il gruppo per altri minuti ancora! Però va osservato che la Nissan sembra condividere la stessa fragilità competitiva della Renault (di cui ha preso il posto): veloce, ma non abbastanza.

Promosso il debuttante Felipe Massa, che arriva 14° per via di una penalità ma che ha dimostrato di essere ancora un pilota coriaceo e ambizioso. Ci permettiamo di dispensare un plauso anche al giovane Mitch Evans, protagonista di confronti caldi con Lotterer e Buemi in zona punti.

Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo