Capita sempre più spesso , a noi che invecchiamo, di fare pensieri ossessivi. Da non dormirci la notte.
Il mio, da un punto di vista professionale, è la legge 107/2015.
Da quando, nonostante le proteste e gli scioperi, questa “riforma” è stata imposta al mondo della scuola, non smetto di chiedermi come sia stato possibile commettere un errore di questa portata, sia dal punto di vista pedagogico, sia da quello politico.
Il primo punto non mi scandalizza più di tanto: dopo gli orrori compiuti dalla Mariastrega, noi docenti, così come tutto il personale della scuola, siamo stati costretti ad osservare e a a subire impotenti ogni orrore pedagogico.
Renzi ed il suo esecutivo hanno infierito sulla scuola, certo, ma non dobbiamo dimenticare nemmeno per un secondo che la Mariastrega, ed il suo dominus Tremonti, hanno fatto passare davanti ai media come una “riforma”, quella che nella realtà era la distruzione della scuola: il depotenziamento del latino nei licei, scientifico e linguistico in primis, la demolizione di materie importantissime quali la storia e, soprattutto, la geografia, la distruzione di sperimentazioni importanti, quali le sezioni di bilinguismo nei licei scientifici, sono solo esempi del modo sconsiderato, sciatto e criminale in cui la scuola è stata avvilita ed affossata.
Quei due hanno fatto da apripista.
Il tutto – non dimentichiamolo mai – per risparmiare, in base all’assunto (che solo ad un commercialista, quale in fondo è Tremonti, poteva venire in mente) che “con la cultura non si mangia”.

Non bisogna dimenticare nemmeno la campagna sconsiderata per imporre le cosiddette “competenze” (che solo pochi esseri al mondo – due o tre, credo – hanno compreso nel loro reale significato), a scapito delle conoscenze, deve ancora essere vendicata.
Ma non va dimenticata.

Intanto i nostri ragazzi “competenti”, in questi anni sono diventati sempre più incapaci di scrivere un testo, sono sempre più in difficoltà nella lettura di brani, anche semplici, a dispetto di tutte le roboanti campagne di misurazione, come nel caso dell’altro gioiello, l’INVALSI.
Su questo cumulo di rovine si è innestata la 107.
Dopo l’arrivo di Renzi al governo le cose sembravano promettere bene: a parole diceva che la scuola sarebbe tornata al centro della politica del governo. Mi pareva un ottimo inizio.
Noi insegnanti aspettavamo segnali confortanti, ne avremmo avuto un maledetto bisogno.
Invece, tutto questo balletto di dichiarazioni è stato l’esordio della rovina, soprattutto politica, per il Governo, ma, di riflesso, anche per noi.
Molte volte mi sono chiesta come sia stato possibile commettere una serie così precisa e così azzeccata di errori di carattere tattico, tali da portare alla distruzione del consenso di cui il PD aveva goduto fino ad allora nel mondo della scuola.
Pura insipienza.
Bisogna possederne parecchia, infatti, per non capire che mettersi contro tutto – ma proprio tutto – il mondo della scuola avrebbe portato al partito ad una pesantissima perdita in termini di consensi in tutto il Paese.
Una perdita capace di minare la stabilità del Governo, di condizionare l’andamento di referendum ed elezioni.
Come è possibile che si sia stati tanto miopi, tanto arroganti?
Quali ricatti politici inconfessabili possono esserci dietro?
Quale ignoranza dei meccanismi del mondo scolastico, anche dei più semplici da capire, si è celata in questo modo ostinato e distruttivo di procedere?
Ecco, questi sono i miei pensieri ossessivi, da un paio di anni a questa parte. E non ne vengo a capo.

via Difficile fare peggio — marialetiziablog

Fonte:https://marialetiziablog.com/2017/11/21/difficile-fare-peggio/