“Eddie”L’olandese volante

Tratto da:Onda Lucana® byAntonio Morena

L’olandese volante, una carriera supersonica identica al suo scorrere veloce delle mani sulla tastiera, finisce l’inesauribile ascesa nel mondo dello spettacolo, di un’artista ibrido, spigliato nel vivere quella musica con il suo estro, con la sua fantasia. L’infinito mondo musicale fatto di innovazioni, intuizioni, e uno sconfinato amore verso quello strumento che lo ha reso come chitarrista quasi indispensabile al mondo dell’ Hard Rock.

Edward Lodewijk van Halen conosciuto da tutti come “Eddie”, cresciuto in Olanda nato ad Amsterdam nel 1955, e trasferitosi con la famiglia in California (Stati Uniti), dove con suo fratello dopo aver suonato in una miriade di rock band riuscì ad avere una formazione stabile con l’ingresso del bassista Michael Anthony e del vocalist David Lee Roth , si compattò una delle band; i Van Halen, più famose a carattere planetario nell’anno di fondazione del 1972.

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Eddie van Halen mentre usa il tapping

Il successo fu da subito, suonando nei numerosi locali per anni, compensati poi nel tempo, stipulando un contratto con la nota casa discografica la Warner Bros. Records nell’anno 1977, conquistando una grande popolarità, ma soprattutto fu una molteplice escalation; artistica, tecnica, ingegneristica, dal primo album “Van Halen” nell’anno 1978, al seguente di “1984” nell’anno 1984, “For Unlawful Carnal Knowledgenell’anno 1991, con un attivo di circa novantacinque milioni di copie vendute in tutto il mondo.

Ci fu negli anni 80 anche una grande collaborazione nella elaborazione di un nuovo concetto di chitarra sulle versioni Van Halen, la Kramer Guitar di Danny Berardi prima, con la Floyd Rose, eseguirono riproduzioni con licenza, come di seguito la Charvel Guitars, dei modelli che “Eddie” suggeriva, con le sue soggettive specifiche e particolari geometrie del manico-tastiera completata anche da una ricercata grafica sul corpo-cassa; al di là delle tante castomizzazioni apportate su una infinità di modelli, di bobbine, di impianti elettrici, di potenziometri, che lui effettuava spasmodicamente, cercando sempre nuove sonorita’ e combinazioni.

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Un famoso modello della “Frankenstrat” di Eddie van Halen

Dopo gli anni d’oro vissuti al limite tra platee oceaniche, vita fatta di eccessi, a volte tante contraddizioni, subentrò un periodo di stasi per riorganizzare la line-up dopo l’uscita del front-man David Lee Roth, sostituito con Sammy Hagar, la band ritorna in auge sfornando una serie di album; “5150anno 1986, “OU812” anno 1988, “For Unlawful Carnal Knowledge” anno 1991, Balance nel 1995, i quali ebbero una impronta ben calibrata e ben studiata per il nuovo singer, il riscontro fu immediato, nonostante le oggettive difficoltà nel compensare la partenza dell’istrionico, talentuoso, acrobata della voce; David Lee Roth.

Poi è storia recente, la scoperta della malattia nell’anno 2000, nonostante l’infinito iter che ha dovuto intraprendere per le cure da seguire, la Réunion; rientra David, con la partecipazione del figlio Wolfgang van Halen, (il quale aveva gia’ sostituito lo storico bassista Michael Anthony, nella registrazione dell’album “Van Halen III” nell’anno 1998), con il 12o album in studio dal titolo “A Different Kind of Truth”, pubblicato dalla Interscope Records nell’anno 2012, tra apparizioni televisive, spettacoli vari e tanta attenzione da parte dei media, fu un felice anno per la band.

Il giorno 06 10 2020, la pessima notizia del suo decesso all’età di 65 anni, mancheranno ai tanti, quelle scale pentatoniche eseguite con estrema velocità e precisione, quella creazione e genealità nel costruire ed incastonare degli assoli unici, quel famoso “Tapping”, rielaborato e perfezionato con l’uso di entrambe le mani sulla tastiera, punto di riferimento di molti noti chitarristi da Joe Satriano, Steve Vai, e tanti altri, resta nel ricordo quel modo di essere un grande Artista e un validissimo Show-Man.

Tratto da:Onda Lucana® byAntonio Morena

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