In questi giorni si stanno tenendo in tutta Italia le presentazioni delle Giornate FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Primavera che si terranno il 24 e 25 marzo prossimi. E’
accaduto a Lecce alla presenza del presidente della locale sezione del Fondo, del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, e di Loredana Capone, Assessore Regionale al Turismo entrambi di centro-sinistra. Ancora le giornate di Primavera quindi, ancora monumenti, ancora giovani studenti coinvolti. Il bello dell’iniziativa è senza dubbio l’apertura di luoghi più o meno conosciuti delle città italiane, la nota stonata è invece l’uso di studenti non retribuiti “usati” come guide formate per giunta all’istante e in modo quindi molto approssimativo. Questa iniziativa, avviata in tutta Italia circa venti anni orsono, appare oggi oramai vecchia, superata o meglio perfettamente coerente con i tempi attuali che vedono il coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori nelle molto simili e quindi altrettanto discutibili iniziative dell’alternanza scuola lavoro. Così come stanno le cose verrebbe una battuta: quei giovani del FAI li educano (a non essere retribuiti) da piccoli perché da grandi siano pronti al lungo precariato e a essere al più sottopagati. Grattando il fondo del vaso di Pandora, scoperchiato in questi ultimi anni, facendone riversare il contenuto nei Beni Culturali italiani ci siamo abituati a tutto. Dovremmo subire anche questa singolare idea di “volontariato” tra lo chic e lo choc? Quando andrete a visitare quei luoghi aperti dal FAI pensate a quello sfruttamento e chiedete loro, ai giovani, se sono retribuiti. Se non lo fossero, passate oltre, non visitate quei luoghi, la cultura, quella seria, quella che aiuta a crescere, quella che per essere efficace e radicarsi negli animi per generare frutti, per essere di tutti non può farsi sulla pelle degli altri, soprattutto se giovani.