FREDDO SOLE DI GENNAIO
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Il sole di quel Gennaio non fu mai caldo. Il sole di quel Gennaio, fu soltanto luce. Stancamente giunse quella sera d’inverno. La fiamma del lume, seguiva i sospiri, seguiva un requiem di silenzio e dolore.
Quella sera sotto l’ampio cielo stellato fulgea una pallida e triste luna sotto di essa scavarono una fossa per rendere alla terra i resti di mia madre e lì, lasciarli giacere, nella pace Divina.
Lei viveva contenta e vitale, eppur… venne a mancare da giovane piena di vita, successe a casa sua: una umile dimora, mentre ella era seduta al tavolo, dopo aver diviso la cena con mio padre.
Quì, ora, riposano la sua anima, nel posto dove voleva vivere, nella semplicità della sua casa, non nella terra nuda, buia e amara.
Quella sera d’inverno, la fornaia: mia madre, tornò a casa come sempre e solo in seguito noi ci domandammo: ella, forse era molto stanca di lavoro.
Forse, qualche guaio a noi taciuto, Forse tormentata da dispiaceri? Chissà…Non fù mai dato, saperlo. Io pensai ne fosse concausa mortale la solitudine di quel momento, data dalla lontananza di figli lontano che lei amava tanto, come ogni madre per lei, mamma di cinque creature e nessuna, purtroppo era con lei in quella funesta sera di Gennaio.
Qui, madre, dove volevi vivere, riposa la tua dolce anima, orfana dello spirito, salito al Signore, un’anima che hai lasciato tra le tue cose da allora, per te, a tuo ricordo e mai smosse. Ora lì, la tua immagine è rimasta nella tua casa, dove vaga sconsolata, racchiusa nel tuo profilo di donna bella, esile, ma tenace, forte e tanto amorevole.
Cara, madre mia perduta per sempre se sapessi come vorrei rivederti ancora. Quella sera il lume muoveva sulla parete le nostre ombre, in lente danze scomposte.
Noi, con gli occhi arrossati dal pianto, ci invitavamo l’un l’altro a mangiare qualcosa, fù un invito come ad ingoiare col cibo la nostra tristezza ed il nostro dolore.
Martellante, sospinto dal pensiero amaro, la tua assenza era penetrante in noi: oh madre ! Eri nel pieno del vigore, eri nel pieno della vita ci lasciasti, e non volevi e rimase incompiuta la tua vita, mortificando l’estrema tua volontà.
Lungo la tua via: la Calata Monte Carmelo ti seguì il silenzio sommesso che svuotò le case e le strade e rese deserto quel luogo a te caro, luogo delle tue origini e della tua morte.
Nell’orto, le tue rose, le tue erbe, non più curate divennero recline, appassirono, morirono con te. Nella volta celeste, ricolma di stelle ed in quel luogo si udì il requiem della campana del Carmine suonata da un alito di vento sospinto dalla Madonna, era il requiem, un dono, irrorato da una lacrima della Madre Santa del Carmelo.
“” Addio madre. Riposa in pace, ti sia lieve la terra. Riposa in pace tra le braccia del Signore, nostro Dio. Amen! “”
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Si ringrazia per speciale concessione da parte dell’autore: Domenico Friolo
Foto di copertina fornita dall’autore tratta dal repertorio di Maritana Scaiella. Tutto il materiale media e il testo non possono essere riprodotti salvo autorizzazione.