Graziano Accinni e il progetto Ethnos, suoni e tradizioni dalla Val D’Agri Potenza-BASILICATA

(Prima Parte)

Graziano Accinni e il progetto Ethnos, suoni e tradizioni dalla Val D’Agri

Etichette: Basilicata

Articolo a cura di Blog-Foolk

La pubblicazione di O Bannu, è l’occasione per intervistare Graziano Accinni e per parlare con lui del progetto Ethnos di cui da qualche anno è promotore ed animatore. Il risultato è stata un intervista di grande interesse tanto dal punto di vista prettamente musicale quant’anche da quello più tecnico, essendo lui un apprezzatissimo chitarrista non solo nell’ambito della riproposta folk.

Partiamo da lontano, Graziano, puoi raccontarci come è nato il progetto Ethnos? Le tue esperienze precedenti erano sul versante pop con  Mango ed altri Artisti della scena italiana e internazionale.

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Il Progetto Ethnos nasce prima di tutte le mie esperienze sia in ambito Pop che Rock e anche Blues nel senso che,io sono cresciuto in un ambiente familiare dove mio nonno suonava la chitarra mio padre e cinque miei zii suonavano tutti questo strumento e conoscevano i repertori di Musica Popolare della Lucania ed altro per fare un esempio mio nonno era appassionato di tango e mio padre di liscio. Io ho continuato a imparare la chitarra frequentando il Gruppo Folk del mio paese Moliterno dove nei primi anni 60 un monaco francescano aveva intrapreso una grande ricerca tra gli anziani recuperando un patrimonio di canzoni, poesie e brani devozionali da sorprendere anche Ernesto De Martino. Naturalmente stiamo parlando di una zona come la mia “La Val d’Agri dove a cavallo tra il 1818 e i primi del novecento vi erano i cosiddetti Musicanti viggianesi che con i loro strumenti: arpa popolare,violini,flauto e canto,giravano tutto il mondo spingendosi fino nella lontana Australia passando per le grosse capitali Europee. Un movimento di musicanti accompagnati anche da Bambini che in quel periodo venivano identificati con la loro musica i loro repertori andavano da brani devozionali quali le novene natalizie, canzoni popolari, brani napoletani ed arie d’opera, questa miscellanea veniva chiamata ”Musica alla viggianese” di tutto questo i grandi etnomusicologi di mezzo mondo ne sono a conoscenza ecco perché in me è nata la volontà di creare questo progetto.

Il progetto Ethnos nasce con l’idea di recuperare le sonorità della musica popolare lucana, puoi illustrare ai lettore di Blogfoolk, l’importanza musicale della Basilicata, una regione che ricordiamo confina con due terre importantissime per la musica popolare ovvero il Salento e la Calabria…

La Basilicata si è sempre trovata al centro di regioni che hanno fatto prima di noi un gran lavoro di divulgazione ma mi viene in mente un frase di Diego Carpitella durante un convegno proprio a Viggiano dove lui diceva durante la sua presentazione questa frase” Signori volevo dire che questo mio intervento è intitolato”L’Etnomusicologia Lucana” ma poteva essere chiamato “L’etnomusicologia Italiana è nata in Lucania”, questo cosa vuol dire che in Basilicata non vi è stato un grande lavoro di divulgazione ma di ricerca ad opera di grandi come De martino e questa ricerca è stata fatta dalla Rai con un grossa equipe negli anni 50 nella provincia di Matera proprio dal grande Ernesto De Martino subito dopo le ricerche effettuate nel 1948 in Sardegna in Sicilia e nel Lazio.

Quanto vi ha influenzato il crescente fenomeno della riproposta nel Salento e in Calabria?

Io con il mio gruppo siamo stati invitati nel Salento per la manifestazione”Canti di Passione” nella Grecia Salentina li ho potuto constatare che le istituzioni hanno lavorato molto sulle nuove generazioni creando scuole e corsi di ballo per la Pizzica e la Taranta. Ho visto personalmente personaggi come Sergio Blasi credere fortemente nei loro progetti divulgativi e con un lavoro durato quasi vent’anni coinvolgendo artisti di vario genere vedi Zawinul,o Copeland dei Police gradualmente sono riusciti a canalizzare l’attenzione di tutta la Nazione con la ormai famosa Notte della Taranta. Personalmente non mi sento di dire che sono stato influenzato perché nei primi anni 80 amavo alla follia i chitarristi come Al di Meola, De Lucia, Mc Laughlin, Larry Coriel e da questi che è nato tutto naturalmente ho sentito l’esigenza di cerare qualcosa inerente alla mia cultura ecco perché sono nate queste Tarantelle a velocità folle, le polche sono state accelerate e all’interno si possono trovare diversi stilemi dalla musica di Django Rheinard a quella del flamenco da quella del fado al sirtaki e la musica medio orientale a questo punto posso citare anche l’articolo del giornalista lucano che ci ha visto per la prima volta all’Università di Basilicata diceva ”provate ad immaginare due mostri sacri della sei corde come Al Di Meola e John Mac Laughlin che suonano come indemoniati tarantelle lucane ed avrete un immagine abbastanza definita degli Ethnos gruppo musicale moliternese che si è messo in testa di riscoprire e riproporre la straordinaria tradizione musicale lucana”. Questa frase mi emozionò non poco e conservo un bel ricordo di quella giornata all’università.

Articolo a cura di Blog-Foolk

Tratto da: Onda Lucana® Press