La Corte dei Conti chiede chiarimenti sui contenuti della contrattazione integrativa regionale, ipotizzando che abbia causato un danno erariale da quasi 13,5 mld. Allora la regione sospende “temporalmente e in via cautelare” la parte dell’accordo che prevede l’indennità per l’uso dei mezzi propri, per l’assistenza della popolazione pediatrica e per i rischi derivanti dall’attività svolta. Per lo Smi è “inaccettabile”. LA DELIBERA
12 MAG – La Regione Basilicata ha sospeso, con una delibera, l’articolo 35 comma 1 dell’accordo integrativo lucano per la medicina generale nelle parti che prevede indennità per l’uso dei mezzi propri, per l’assistenza della popolazione pediatrica e per i rischi derivanti dalla peculiarità dell’attività svolta. Una decisione che parte da una inchiesta contabile sulla contrattazione integrativa dei “medici di guardia” in Basilicata. Secondo quanto ripartono i giornali locali, nello scorso finale di aprile, la Procura regionale della Corte dei Conti ha notificato una richiesta di spiegazioni a 14 persone (politici e personale amministrativo), a partire dai componenti della Giunta regionale, per i contenuti della contrattazione integrativa regionale del 2008 che prevede alcune voci di retribuzione a completamento di quelle previste dall’accordo collettivo nazionale. Si ipotizza un danno erariale dal 2012 al 2016 pari a 13milioni e 446mila euro. Allora la Regione Basilicata, con la delibera 347 del 3 maggio scorso, è intervenuta sospendendo “temporalmente e in via cautelare” l’articolo 35 comma 1 dell’accordo integrativo lucano nelle parti che prevedeva indennità per l’uso dei mezzi propri, per l’assistenza della popolazione pediatrica e per i rischi derivanti dalla peculiarità dell’attività svolta (aggressioni, per esempio).
“La Basilicata, invece, di respingere questa invasione di campo l’asseconda – prosegue Onotri in una nota – creando un pericoloso precedente anche per altre regioni. Si attaccano i medici di guardia, l’anello più debole e precario della categoria, un segmento di professionisti, spesso i più giovani, che, appunto, opera in condizioni logistiche deficitarie, con mezzi propri, di notte, molte volte oggetto di minacce e aggressioni. Indennità, quindi, sacrosante”.
La leader dello Smi annuncia quindi che il sindacato si opporrà “con tutti i mezzi a disposizione, politicamente e amministrativamente. I nostri avvocati sono già al lavoro”.
12 maggio 2017
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