I rimedi della nonna
Tratto da:Onda Lucana®by Franca Iannibelli
In questo periodo di pandemia , ho riscoperto alcuni rimedi naturali delle nostre nonne, rimedi che richiedevano tanta fatica e manualità per la preparazione: la lesciva “sbiancante” e il sapone “igienizzante”.
La lesciva veniva preparata il giorno prima a quello in cui si doveva fare il bucato. In un grosso paiolo (A Kauderë), le donne di un tempo, mettevano a bollire dell’acqua sul fuoco con la cenere del camino. Dopo la bollitura che durava alcuni minuti, si faceva poi raffinare, affinchè la cenere restasse tutta sul fondo del paiolo.
Si procedeva, in un secondo momento, con molta delicatezza a travasare l’acqua, ormai piena di potassio della cenere, in una tinozza con la biancheria da lavare: lenzuola, tovaglie e asciugamani. La lesciva, (la candeggina di oggi) così preparata, non serviva solo per il bucato, veniva impegnata, infatti, anche per lavare i pavimenti di allora, fatti di mattoni in creta, e le stoviglie dopo l’ammollo.
Le donne, per effettuare il bucato, si recavano al fiume per sciacquare la biancheria messa in ammollo nella lesciva. Qui veniva strofinata su una grossa pietra inclinata, e sciacquata nell’acqua corrente del fiume, poi stesa al sole su arbusti di rovi per farla asciugare.


Si passava in un secondo momento a lavare la biancheria colorata ; questa veniva strofinata con il sapone anche esso fatto in casa, sempre in un grosso paiolo posto sul fuoco, le donne di un tempo, facevano bollire scarti di grasso di maiale e fondi di olio, con aggiunta di potassio per sciogliere il tutto, e acqua.
Si faceva bollire per ore, poi, per vedere se era pronto, prendevano una cucchiaiata e lo facevano raffreddare. Se il composto si staccava dal cucchiaio ed era bello raffermo, veniva tolto dal fuoco e immesso a raffreddare per il tempo necessario, in base alla grandezza del calderone.
Diventato solido, veniva rovesciato su un telo steso per terra e con uno spago, la grossa cupola veniva tagliata a grosse fette. I pezzi di sapone così ottenuti, venivano posti sui “kannizzë“, grosse ceste di canne, ed ecco il sapone!
Non profumava di fragranza, ma profumava di biancheria pulita.
Tratto da:Onda Lucana®by Franca Iannibelli
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Si ringrazia l’autore per la cortese concessione del testo – Foto interne e di copertina fornite e prodotte da Pina Chidichimo 2020.
L’ha ripubblicato su Pina Chidichimo.