output-2614032_960_720.jpg
Immagine tratta da repertorio Web.

Il gioco dell’assurdo

Tratto da:Onda Lucana® by Ivan Larotonda

Il seguente ragionamento si basa su teorie dell’assurdo che, come nei migliori, o peggiori, giochi di sofistica di un tempo, o ancor meglio sulla scia dei paradoxa di Zenone, vuol fare il verso al delirio collettivo di chi crede di essere sempre nel giusto. Immagino che chi abbia letto queste righe avrà già preso le distanze dallo schermo, ma li invito a proseguire la lettura: dunque, dove eravamo rimasti? Ecco, dicevamo della follia collettiva di un intero mondo, quello occidentale, preda dei suoi successi, ma trapassati ormai, in virtù dei quali crede di essere sempre nella ragione; a prescindere da qualsiasi cosa commetta è sempre e comunque per il bene dell’umanità. Questa chiave di lettura ormai ha stancato; è patetica la continua ricerca di confronto-scontro con il mondo alternativo a quello liberal-capitalista. L’oligarchia al potere in Occidente assume sempre più i connotati di una forza totalitaria dal precipuo compito di non mostrare ai suoi sudditi le vittorie che gli altri popoli, esterni all’Impero anglosassone, raggiungono. Siamo inchiodati nella caverna a guardare le ombre che sfilano dinanzi a noi e che ci dicono essere il debito pubblico: quando spezzeremo le catene per uscire alla luce e scoprire che quelle ombre in realtà sono ricchezza privata? Mi perdoni il sommo Plato per uso arbitrario del suo celeberrimo mito ma l’esistenza dell’uomo occidentale è molto simile a quella dei prigionieri “platonici”. Il punto è che siamo messi proprio male se un intera civiltà per perpetuarsi deve reggersi sulle menzogne; tipo le fialette, (forse erano quelle che usano i bambini a carnevale) che gli americani sbandierarono all’ONU per giustificare la distruzione della Mesopotamia irachena, e ancora oggi gli inglesi, (sì, loro, quelli che si sono presi un quarto delle terre emerse e poi condannarono l’Italia per la conquista d’Etiopia!) si inventano le più assurde stupidaggini pur di far guerra alla Russia, rea di rappresentare l’alternativa alla ricetta liberal, un po’ come lo era l’Italia fascista di un tempo, (ribellatasi alla dittatura della sterlina sulla penisola) o la Cuba castrista e ancora il socialismo arabo baathista, (che dopo le pulizie angloamericane è rimasto solo in Siria e guarda caso, e che caso! Proprio laggiù si era formato lo “stato islamico”!). I deliri di onnipotenza delle élite finanziarie non solo hanno provocato il crollo dei diritti sociali, politici e del lavoro, in occidente, hanno fatto proseliti anche nel mondo esterno. Purtroppo stiamo assistendo anche a questo. All’imitazione del delirio di onnipotenza. Guardiamo alla Turchia: Come strategica nazione mediterranea potrebbe essere un ottimo partner commerciale, (come dicono gli anglofoni economisti), soprattutto per le regioni meridionali d’Italia i cui porti ne trarrebbero un enorme giovamento, come pure le industrie dell’immediato entroterra. Lucania, Calabria, Sicilia e Puglia accrescerebbero le proprie produzioni manifatturiere e agricole commerciando con Turchia e resto del Medioriente; e ovviamente il benessere, sotto forma di aumento del guadagno economico, ci sarebbe anche per gli amici di suddette terre levantine. Ebbene, tutto questo è impedito oltre che dai bombardamenti “umanitari” anche dalla nascita di una sorta di cripto-sultanato che mira a egemonizzare il bacino orientale del Mediterraneo e le regioni che un tempo facevano parte dell’Impero della Sublime Porta. Di contro a questo revanscismo turco che ha bloccato una nave italiana, la quale avrebbe dato inizio all’estrazione di gas naturale al largo dell’isola di Cipro, i nostri come rispondono? Al solito modo, ovviamente: ritirata! L’eterno 8 settembre. Forse ce lo chiede l’Europa di comportarci sempre così?! Oppure i centri sociali intenti a sfilare contro il razzismo tutti i giorni e pure in occasione dell’aumento delle sigarette?! Cosa c’entra tutto questo? C’entra, c’entra. Perché così si discute dalle nostre parti; aria fritta mentre le aziende muoiono e i giovani scappano, e se qualcuno si azzarda a introdurre un bonus natalità per i cittadini italiani questo viene subito giudicato discriminatorio per il resto del globo terracqueo, (essere italiani in pratica pare sia diventato un insulto per gli altri sette miliardi di umani!) e dunque se ci deve essere un sussidio che sia esteso a tutti, anche a coloro che sorvolano, in stato interessante, il territorio della repubblica italiana, europeista fino all’estinzione. E giacché siamo al gioco dell’assurdo, terminiamo il divertimento fornendo una risposta semiseria al per niente serio atteggiamento turco. Erdogan non ha nascosto le sue rivendicazioni sulle isole greche o il territorio siriano, come detto rientra nella sua volontà imperialista. A questo, dato che non risponde nessuno rispondiamo noi, a nostro modo, col sarcasmo. E sarcasticamente si potrebbe far notare al soggetto in questione come l’intero territorio turco sia sorto su un precedente e legittimo impero, e se è vero che il diritto di conquista giustifica la nascita di nuove entità politiche è altrettanto vero che anche altri soggetti potrebbero rivendicare, a loro volta, i territori perduti; in un gioco, per l’appunto assurdo, dai connotati puerili che però potrebbero sfociare in guerre, dato che in passato ciò è capitato spesso. Ad esempio la stessa Italia potrebbe rivendicare il territorio dell’odierna Istanbul, già Costantinopoli e prima ancora Bisanzio. Si badi bene, ho parlato di territorio perché al momento della fondazione di Costantinopoli l’Imperatore Romano in questione, Costantino, dovette seguire scrupolosamente il diritto pubblico romano in tema di fondazioni di città. In pratica per rendere la porzione di territorio provinciale sul quale sorgeva Bisanzio luogo di capitale imperiale, esso doveva ricevere l’Ius Italicum, divenire a tutti gli effetti una parte d’Italia, la terra madre della stirpe romana. Questa storia fa ridere, vero? Ma in termini puramente giuridici per niente affatto. Naturalmente in questo consesso stiamo giuocando, non se la prendano a male gli amici turchi; si tratta di un semplice esercizio dilettantescamente giuridico, ci mancherebbe altro che passare per crociati del XXI secolo. Nessuno parla di riprendersi Costantinopoli, ma almeno facciamoci rispettare nel consesso internazionale: tipo non lasciare da sola una nostra nave di ricerca ed estrazione su fondali che non appartengono alla repubblica turca perché l’Italia ha firmato un contratto con Cipro, che è la legittima proprietaria del giacimento. Oppure possiamo continuare tranquillamente a far giocare gli altri e fare noi gli assurdi, come quando permettemmo agli inglesi e ai francesi di piantare le loro bandierine sull’effimera Ferdinandea! Altri tempi, altri deliri.

Tratto da:Onda Lucana® by Ivan Larotonda