Introduzione al mistero natalizio

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

Prendiamo le mosse dalle parole del Santo Padre Benedetto XVI pronunciate nel celebre discorso di Ratisbona; in cui si discusse di compatibilità tra fede e ragione. Ebbene, la grande lezione del pontefice s’incentrava sulla seguente riflessione dell’imperatore Manuele II Paleologo: “Dio, nell’opera della creazione s’è legato al Logos.” Mutuato questo dall’incipit del Vangelo di Giovanni: “In Principio era il Logos, che è ragione e parola”. I due vertici del popolo della nuova Israele, Papa e Imperatore, meditano dunque su quanto sia sciagurato scindere ratio e fede.

Infatti, fin dall’origine, da quando la sapienza divina con atto, volontario, d’amore ha creato l’Universo e in seguito, con l’Incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, ha confermato la bontà della materia: ha consentito all’uomo di poter indagare la natura senza crederla, panteisticamente, come divinità esclusivamente immanente e allo stesso tempo permettendogli di divincolarsi dall’abbraccio mortale della gnosi spuria, comune questa a tutte le religioni e le filosofie precedenti che erano basate, soprattutto in Occidente, sull’imponente apporto platonico incentrato sull’inconciliabilità tra una verità concepita come esclusivamente metafisica e la carne, ridotta a nient’altro che caduta, scarto dell’infinita sapienza iperuranica.

L’incarnazione di Nostro Signore ha dunque portato a compimento il processo catafatico e ha concesso all’umanità di partecipare alla conoscenza, chiudendo l’era in cui Adamo aveva fatto della sapienza la fonte di separazione con il Creatore; per dirla con Nietzche fu lo stampo in negativo del prometeico furto del fuoco. Quanto poi sia indissolubile l’unione tra vera fede e ragione lo dimostrarono coloro che non aderirono al messaggio evangelico; islam ed ebraismo conservano purtroppo l’avversione di fondo nei riguardi del creato, derivante da una concezione apofatica di Dio.

E non ci meraviglia quindi se proprio il secondo Califfo, Omar, decise di incendiare i volumi della biblioteca di Alessandria con la motivazione che non vi fosse nulla di utile alla comprensione di Allah, quando invece era l’esatto opposto: Poiché il Creatore si avvicina a colui che lo cerca, foss’anche lo scienziato ateo come Fred Hoyle il quale, dopo una vita di studi sull’origine dell’Universo concluse che: “Credere che la prima cellula si sia formata per caso è come credere che un tornado, infuriando in uno sfasciacarrozze, abbia assemblato un Boeing.” O come l’altro anticristiano, Jean Jacque Rousseau che, ben noto per i guai che ha lasciato in eredità all’Occidente, tuttavia arrivò a chiedersi: “A quali occhi non pervenuti l’ordine sensibile dell’Universo non annuncia una suprema intelligenza?”

Plotino invece, nonostante l’inganno su cui formulò il suo pensiero, intuì che quando i cristiani parlavano di kenosi, lo svuotamento di Dio per avvicinarsi all’uomo, alludevano alla scintilla divina che, secondo il grande filosofo, alberga in ciascuno di noi lasciandoci la nostalgia di Dio, facendoci desiderare il ricongiungimento con Lui; il “Rimanete in Me e Io in voi” raccomandatoci da Gesù nel vangelo di Giovanni (15,4). Abbandonarsi a Dio, cosicché sarà permesso all’uomo anche di leggere alcune pagine di quella sterminata biblioteca che è il pensiero del Creatore, ma senza pretendere, come S. Agostino, che l’acqua del mare entri tutta in una fossa scavata nella sabbia.

E’ giusto vivere sempre meglio, procurandoci mezzi e modi per costruire abitazioni comode e calde per poi spostarci sempre più rapidamente da un angolo all’altro del pianeta; insomma, sfruttare la conoscenza a fin di bene. Ma non dimenticare mai che comunque, il vero senso dell’esistenza, è saper tornare a Dio, raggiungere la salvezza eterna.

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

Si ringrazia l’autore per la cortese concessione. Immagine di copertina tratta da Web fornita dall’autore.