La F1 diventa un Super Market

Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo

Le squadre litigano sulle regole 2021. E così la Formula 1 rischia di non vedere nuovi debutti al cambio regolamentare. I team infatti rimandano sempre di più l’approvazione del nuovo Regolamento. Che contiene un capitolo scottante. Quello delle componenti in vendita.

La FIA e Liberty Media vogliono imporre un budget cap. Ovvero costringere le squadre a un tetto massimo di spesa. Un limite che costringerà per forza i costi a scendere. Rendendo più appetibile il debutto ad alcuni Costruttori (tra cui Hyundai) che per il momento non competono nella massima serie.

Peccato che la proposta sia avversata da tutti. Con un regime di spesa così strutturato, sulle Marche ufficiali ricadrebbero tutti i costi per lo sviluppo dei motori (scorporati dai 185 milioni al momento proposti dalla FIA come portafoglio limite). I quali dovrebbero essere venduti al prezzo politico di 12 milioni a stagione per ciascun team cliente. Con quattro Case coinvolte e soli sei clienti disponibili, le entrate già scarseggiano. Figuriamoci se si aggiungesse un quinto a tavola…

Franco Nugnes su Motorsport.com offre un quadro completo del problema. In buona sostanza, il Regolamento F1 è stato modificato nel corso degli anni permettendo ai Costruttori di rivendere sempre più pezzi ai clienti. Non solo motore: anche l’intero retrotreno. E il numero di componenti appaltabili è tale da aver concesso pure all’americano team Haas di debuttare nel Circus. Triangolandosi con Ferrari (parte motoristica) e Dallara (parte telaistica).

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La Formula 1, punta di diamante della ricerca tecnologica automobilistica, sta insomma per degenerare in una specie di Super Market. Un po’ come allo sfascio, il commercio di componenti tecnologiche è ormai florido nella categoria regina. E ogni Costruttore sta fidelizzando un team cliente, da relegare al ruolo di squadra satellite. La Ferrari “sfama” l’Alfa Sauber e la Haas, la Red Bull “allatta” la Toro Rosso, e la Mercedes assiste la Racing Point (ex Force India).

Resiste strenuamente, e con un certo fastidio, la Williams. La Casa inglese fondata da Sir Frank è da sempre per l’home made e si rifiuta di far incetta di pezzi altrui. Le monoposto Williams sono quasi interamente costruite dalla Williams (motore a parte, beninteso). Anche se questo significa che il team di Grove ha un personale doppio rispetto a quello della Haas. E per questo sgomita, chiedendo puntualizzazioni sui limiti e i paletti regolamentari.

Non è ancora chiaro in che direzione andrà la Formula Uno nei prossimi anni. Anche perché i team clienti non sono molto inclini a farsi domare. La Racing Point, per esempio, ha appena aperto un programma di ristrutturazione amplissimo. Che non lascia spazio a chi la sogna come junior team della Casa di Stoccarda. Ma anzi fa immaginare ad ambizioni ben più alte.

E se la Haas punta sul low cost, non si può dire che non pretende qualità. Maranello si è vista costretta ad affrettare i tempi nella progettazione della sua monoposto. Perché deve consegnare una vasta gamma di componenti a Sauber e Haas. Altrimenti quest’ultime come riusciranno a progettare le proprie F1? Problema che in casa Red Bull, disponendo del pacchetto di maggioranza della Toro Rosso, si è risolto rifilando alla cugina minore la componentistica 2018.

Insomma: la F1 è in costante evoluzione. Ma non rischia di perdere il sapore della competizione tecnologica? In fondo il Circus si è sempre distinto perché ogni team è costretto a costruirsi la propria automobile. Solo il tempo ci dirà se questa nuova tendenza è quella giusta…

Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo