LA GRANDE DISFATTA (pag. 543)
Tratto da:Onda Lucana® by Gerardo Renna
Cannae, 2 agosto 216 a. C.
Sulle due rive dell’Aufidus (Ofanto), in Apulia,
erano schierati per il combattimento
l’esercito punico, al comando del geniale Annibale
e quello romano al comando alternato
dei consoli, Lucio Paolo Emilio e Gaio Terenzio Varrone,
rispettivamente aristocratico e popolare.
Era una giornata calda e ventosa
molto fastidiosa per la tanta polvere
che dal terreno, battuto dagli zoccoli dei cavalli
e dagli appiedati, si sollevava!
Il comando supremo spettava a Varrone, che stringeva i tempi
per assicurasi un successo ritenuto certo!
Le forze romane (50.000-60.000) erano quasi il doppio
di quelle cartaginesi (30.000-35.000).
La battaglia si svolse a sud del fiume.
La massiccia fanteria legionaria romana
fece subito impeto
contro il centro dello schieramento nemico,
che ripiegò e s’incurvò sotto la poderosa pressione!
A questo punto Annibale lanciò contro i fianchi
della fanteria allungata romana
le forze fresche delle sue ali
e contemporaneamente sferrò violenti attacchi
della sua cavalleria a quella romana.
Poi, con una manovra aggirante, la sua cavalleria irruppe alle spalle
di quella romana, che si venne a trovare chiusa ormai come in una morsa,
senza più la possibilità di manovra nel breve spazio in cui era stata rinserrata!
Non più un giavellotto cadde a vuoto!
La strage dei Romani fu immensa: caddero circa 30.000 legionari.
Tra essi il console Emilio Paolo ed i consolari, Servilio e Minucio Rufo,
oltre 80 ufficiali (tribuni militari) di grado superiore ed alti esponenti di famiglie romane ed italiche.
I prigionieri furono 10.000.
Varrrone, con i superstiti in fuga (15.000), si rifugiarono
a Canusium e nella colonia latina di Venusia.
Famiglie d’ogni parte d’Italia persero congiunti nella tragica giornata di quell’infernale grande massacro!
Enorme fu lo spavento nelle città e nelle borgate,
come per una catastrofe senza rimedio!
Il racconto di Polibio ci trasmette una grande commozione
e ci sembra di assistere all’enorme strazio di tanto crudele massacro!
Ci pare, inoltre, di udire ancora il tintinnio dei ferri,
che sinistramente sbattono fra di loro,
e la carne lacerata dagli stessi grondar sangue
a rivoli e fiotti sui quegli intrepidi guerrieri!
Uomo, uomo senza senno e senza cuore, mai più la guerra, che sempre porta
distruzioni, morti, feriti e lutti a tanta gente!
Funo di Argelato (Bo), 09/9/19, ore 21,15, in via Bellini, 4
Tratto da:Onda Lucana® by Gerardo Renna
Si ringrazia l’autore per la cortese concessione.Immagine di copertina tratta da Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Canne
L’ha ripubblicato su Pina Chidichimo.