I ricordi di un tempo

(Le belle immagini della Lucania)

Tratto da:Onda Lucana®byAntonio Morena  Ivan Larotonda

Terranova di Pollino (PZ) – Il paesaggio e i luoghi ove l’uomo si presenta con rispetto verso le bellezze della natura, ponendo in essere strutture, servizi di riferimento, che integrati con i territori rendono la conservazione delle nostre radici storiche e culturali sempre vive.

Preservando i ricordi dei fatti di cui i posteri potranno usufruirne e marcando nello stupore dell’animo e nell’immaginario delle menti gli eventi del passato. Percorrendo questo antico “Tratturo”, in uno delle aree più suggestive qual è: la “Via dei Briganti”, e la famosa “Fontana Chidichimo” nel Comune di Terranova di Pollino.

Un itinerario da attraversare in un contesto paesaggistico unico al mondo, si intrecciano ecosistemi di varia bellezza, bellezza e crudeltà di un passato lontano espressione in queste aree semi-selvagge di fenomeni efferati come nella vicina loc. Duglia oggi punto di partenza/arrivo del sentiero CAI verso l’alta quota.

Spostandosi lungo la “Via dei Briganti” si incontrano boschi di abeti bianchi e faggi, radure e picchi montuosi come Serra di Crispo definita oggi da Giorgio Braschi “il Giardino degli Dei” per lo spettacolo presente dei maestosi Pini Loricati e l’incantevole paesaggio senza pari, oppure deviando lungo i confini regionali ci si può incamminare verso loc. Timpa la Falconara, nel secolo scorso punto nevralgico di ritrovo di bande brigantesche sia lucane che calabresi e non, per poi spingersi verso i territori della Alta Calabria lato jonico fino alla cittadina di Albidona in Provincia di Cosenza, ovviamente l’area coinvolta è molto più vasta include molti altri sentieri e località di forte interesse storico naturalistico sia sul lato lucano che calabrese.

Luoghi remoti dove sul brigantaggio postunitario esiste una vasta bibliografia, eppure tra i “non addetti ai lavori” pochi se non proprio nessuno, tiene in conto una situazione che nel regno del Sud era endemica, probabilmente dal tempo dell’esosa monarchia angioina.

In effetti la fuga da uno Stato mai percepito come unica cosa con il suo popolo fu la vera grossa piaga del meridione. Le asperrime montagne dagli speroni granitici e le profonde ma strette vallate incuneate tra queste, offrivano poi un comodo rifugio ai fuori legge, in tempi in cui, invero, il limite tra legale e illegale risultava assai labile.

Per cui risultava spesso che lo stesso barone locale si trasformasse in bandito occasionale pur di combattere il proprio avversario feudale. Spesso la Corte reale napoletana e successivamente il vicereame spagnolo, intervennero nell’interno del meridione, ma era raro che si riuscisse a mettere ordine tra la rissosa e sempre pronta alla ribellione baronia locale. Se poi il fenomeno, che ripetiamo fu endemico, si radicò soprattutto nella montuosa Lucania lo dobbiamo ai già citati fattori orografici, come sosteneva il grande Giustino Fortunato.

Tuttavia a questi dobbiamo aggiungere la lontananza dalle coste e dunque dalle grandi città apule e campane, le quali fiorirono e non si curarono dell’interno. Se per la Puglia si conservava un minimo di interesse per via della sua immensa e storica produzione frumentaria e per la Calabria il vicereame spagnolo provvide a spogliarla delle sue foltissime foreste di pino laricio, per ricavar legno e pece per le flotte cristiane impegnate nelle guerre coi turchi, alla Lucania nessuna Corte riservò la benché minima attenzione. Lasciata in balìa di se stessa la regione visse il suo dionisiaco mondo fino all’avvento dello Stato centrale.

Per cui si può sostenere, senza enfasi e senza esagerazioni di sorta, che l’unica Potenza politica in grado di porre termine allo “stato anarchico lucano” fu il nascente Regno d’Italia. Al prezzo umano di un numero ancora imprecisato di vittime, ma che supera, ed è un dolore affermarlo, quello di ogni altra passata guerra sul territorio.

Si ringrazia Pina Chidichimo per la cortese collaborazione delle immagini tratte dal suo personale archivio storico.

Alla prossima cari amici!!

Tratto da:Onda Lucana®byAntonio Morena  Ivan Larotonda

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