L’esegesi all’uomo si fa Dio.

Tratto da: Onda Lucana® by Monica Splendori 

Cosa vogliono esprimere i Pearl James in “Do the Evolution” ? E se vogliono trasmetterci un loro pensiero è l’unico possibile? Ossia, l’uomo si sta ergendo a Dio e per questo motivo, si sta lanciando verso la morte di se stesso e del pianeta, a causa del suo unico movens “ il Progresso”. Questo progresso che c’è trasmesso nella melodia, lo ha creato l’uomo o Dio? L’uomo, potrebbe averlo creato per facilitare la sua vita, attraverso il suo pensiero razionale, non tenendo in considerazione alcuni fattori rilevanti, come l’eccesso e l’ingordigia, in un pianeta non solo umano.

Questa sua ingordigia, è un errore che dovrà pagare essendo un essere finito, con la morte, ossia arrivare al baratro totale per capire la verità? “Che il progresso è una modalità di regredire, di distruzione del sistema”, afferma il cantante. Oppure è Dio che vuole punire l’uomo, perché ha oltrepassato il limite, e quindi lo condanna all’auto annientamento?

La canzone, in effetti, ti pone ad una riflessione, anche se l’artista non è ad un bivio, lui ha la sua visione pessimistica, contro la guerra, ma contro anche i danni che l’uomo provoca con la sua ingordigia. “Do the Evolution” è influenzata fortemente dal libro di Quinn “Ismaele”, qui il cantante responsabilizza l’uomo, con accanimento, come in “Ishmael”, i Pearl Jams considerano l’uomo un incapace di pensare, egoista e violento, che non considera le conseguenze del progresso. In “Ishmael” un gorilla, animato da un grande desiderio di conoscenza vera, racconta al suo discepolo la storia dell’uomo, non limitata nei brevi confini della sua esistenza, ma estesa a tutto l’arco temporale della vita della terra. Il gorilla conduce l’uomo a fargli comprendere che la corsa al progresso, lo porterà all’auto distruzione. Il tutto termina con un quesito che è poi quello che ci poniamo noi!

Di chi è il destino di governare il mondo? Ecco, per rispondere a questa fondamentale domanda possiamo utilizzare la visione filosofica di Hegel che si è posto, tra gli altri, anche questi interrogativi. Il filosofo, nel suo ragionamento si stacca dalla concezione del tutto trascendente, non tutto ha un Dio. Hegel non giustifica nulla nella storia, ma prende l’uomo e lo porta attraverso il sapere, il sapere ragionato, ossia la crescita culturale, a capire che è sua la responsabilità di ciò che accade.

Dio non è un modo per giustificare le scelte sbagliate, siamo noi a sbagliare. Dio non ci abbandona dice Hegel, ma ha scelto i suoi uomini, i più lodevoli e questi fungono da insegnamento agli altri, quindi ad ognuno di noi viene data la possibilità di giungere all’essenza delle cose, a volte anche, con immensa fatica alla verità. Il filosofo incita l’uomo a far chiarezza attraverso la sua ragione, anche a chi ancora volge al buio. Di qui il significato che Hegel da a Dio, ossia che non è lui a far la storia, ma gli uomini, alcuni dei quali prediletti da lui, che possano essere da guida agli altri. In conclusione tutto è nelle mani dell’uomo, che Dio ha cercato di aiutare, nel caso si autodistruggesse non può accusare nessuno tranne che se stesso. Un dubbio rimane, sono tutti gli uomini responsabili della decisione, come nelle immagini proiettate, sul destino del mondo o solo alcuni, e cioè coloro che stanno al comando?

Tratto da: Onda Lucana® by Monica Splendori