Ai tempi di Gesù non c’erano giornalisti né giornali. Potremmo chiederci se avrebbe partecipato a un talk show, o se si sarebbe fatto intervistare. Secondo me, avrebbe creato un imbarazzo tale che l’intervistatore si sarebbe interrotto, avrebbe cominciato a confidarsi e a chiedere di essere aiutato. Chissà perché Gesù è vissuto in un tempo in cui la comunicazione era così poco sviluppata. Chissà perché il Mediatore ha rinunciato ai media. Certo, sarebbe stato peggio all’età della pietra, quando ci si faceva segnali con mezzi primitivi e non c’era la parola com’è oggi.
M’immagino i titoli che potrebbero apparire: Gesù il Nazareno non risponde alle domande di Mentana; invitato al Grande Fratello, Cristo risponde che di Grande ce n’è solo Uno, tutti gli altri sono uguali; esclusivo: Gesù rifiuta di affacciarsi alla finestra di San Pietro.
Certamente avrebbe catalizzato l’attenzione, ma non si sarebbe fatto coinvolgere nel circo effimero dei network. Sarebbe stato mite e umile, ma non avrebbe ceduto al fascino delle telecamere, né si sarebbe compromesso in dibattiti fine a se stessi, centrifugati nei decibel della pubblicità. Ai tempi di Gesù c’erano dispacci e pergamene, lettere scritte a mano, e il passa parola che convince più di un tweet o di un messaggio su whatsapp.
Gesù ha scelto la croce, ma quella dei social ha potuto e voluto risparmiarsela.

via Media — La poesia e lo spirito