Dopo l’ufficializzazione dei provvedimenti della Procura di Firenze in merito al traffico illecito di rifiuti smaltiti illecitamente in seguito su terreni agricoli ed in parte nel’industria laterizia meridionale, abbiamo contattato la Scianatico – ILA Laterizi per i chiarimenti del caso e dopo un mese, ed una lunga telefonata, un loro ingegnere ci ha scritto e noi vi riportiamo il tutto. Avevamo chiesto all’azienda come venissero svolti i controlli sul materiale di recupero, le analisi sul prodotto finito etc…

mattonificio Genzano - luglio 2016

L’azienda ci ha risposto che: “1) Gli  stabilimenti SCIANATICO LATERIZI e ILA Laterizi  operano in Sistema di Gestione Ambientale, (certificato secondo la norma internazionale UNI EN ISO 14001:04 Sistema di Gestione Ambientale) continuamente aggiornato riguardo gli obiettivi, proposte di miglioramento e traguardi ambientali. Tale sistema si propone di minimizzare gli impatti ambientali con relativa prevenzione e minimizzazione di ogni motivo di inquinamento. 2) Gli impianti ILA Laterizi e Scianatico Laterizi sono muniti di regolare autorizzazione per le attività di messa in riserva (R13)  e recupero (R5) dei rifiuti non pericolosi da recuperare nel rispetto delle riportate nel D.M. Ambiente 05.02.98  come modificato dal D.M. 05.04.2006 n. 186. Con controlli periodici regionali. 3) il Decreto 24/12/2015 (Adozione dei criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione) impone (all’art.2.4.2.2), che  i  Laterizi  per le muratura e per solai devono avere un contenuto di materiale riciclato di almeno il 10% in peso. Detti materiali riciclati devono essere  quelli contenuti nelle autorizzazioni del tipo di quelle di cui al precedente punto 3. 4) La produzione ILA e SL è dotata di MARCATURA CE secondo le relative Norme Armonizzate Comunitarie e, in particolare è soggette a un sistema di controllo 2+ (da ente terzo senza preavviso). 5) Le analisi chimiche riportate nei rapporti di prova relativi a campioni delle due aziende e al loro test di cessione in acqua distillata, (allegati), evidenziano l’assenza di concentrazioni anomale relative a parametri analizzati. Le concentrazioni dei metalli, infatti, sono quelle riportate in letteratura per le argille subappenniniche. I test di cessione, inoltre, mostrano chiaramente che i materiali praticamente non cedono nulla; le concentrazioni di metalli in soluzione, infatti, per la quasi totalità sono inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale.

L’azienda ci ha mandato due analisi, che vi alleghiamo sotto, e che a nostro avviso non coincidono esattamente con la risposta dell’azienda.

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Nelle analisi il: committente, produttore e campionatore è l’azienda stessa che invia a gennaio 2016 due mattoni per le analisi, il primo ( A ) prodotto a Genzano di Lucania dalla Scianatico, il (B) prodotto a Matera dalla ILA. Premettiamo che tutti i parametri sono nella norma ma:

  • del sistema di controllo 2+ senza preavviso e da parte di ente terzo non vi è traccia nella documentazione inviataci, anzi è il controllato che preleva il campione e lo invia al laboratorio di fiducia;
  • il laboratorio non ha certificazioni di tipo scientifico sulle attività di analisi chimica ma sulla qualità di collaudi e verifica della produzione;
  • sul mattone di Genzano sono degni di nota: le caratteristiche organolettiche definite Sui Generis, il ph a 10,2 (soglia massima 11,5 ) e dopo vi è un elenco di metalli pesanti  e metalloidi non normati che comunque vengono riportati nella premessa come presupposto geologico scontato vista la tipologia di argilla usata e compaiono ( cobalto, bario, boro, cromo,ferro,manganese, nichel, molibdeno, piombo, rame, vanadio e zinco e l’alluminio naturalmente abbondante nelle argille );
  • allegati vi sono anche i test di cessione ( ossia quanti contaminanti rilascia un materiale dinanzi a determinate prove di laboratorio ) e coincidenza il mattone di Genzano per il parametro fluoruri si ferma a 1,4 mg/l dinanzi ad un limite di 1,5. Solfati a 238,5 – limite 250, cromo totale 21,6 limite 50 e ph a 10, limite 12.

Sul mattone di Matera, analoghe osservazioni:

  • il ph rilevato si ferma giusto sulla soglia del limite massimo, 11,5;
  • solito corredo di metalli pesanti non normati presenti;
  • e solito ph a ridosso del limite massimo, 11,4 a fronte di 12.

Abbiamo chiesto dopo all’azienda di avere le stesse analisi almeno per altre due annualità precedenti ma ci hanno riferito che la prima risposta era per loro esaustiva. Noi invece di esaustivo ci vediamo poco, troppe coincidenze e troppe incongruenze e mancanza oggettiva di un contraddittorio terzo ed incrociato. Viste le indagini, visti i racconti nella zona e viste queste analisi sarebbe utile analizzare dei mattoni acquistati in questi due stabilimenti ed eseguire l’analisi in un laboratorio esterno al circuito dei laboratori di collaudo e verifica dei materiali edili e creare un raffronto realmente terzo perché in Italia di mattoni amalgamati con rifiuti non idonei o pericolosi ne son pieni i giornali.