RELAZIONE SUI DIZIONARI “ARBASHKUAR” (LINGUA ARBËRESHE COMUNE E COMPARATA), IN 15 VOLUMI, DI COSTANTINO BELLUSCI E FLAVIA D’AGOSTINO.

MARRËDHËNIEN MBI FJALORËT “ARBASHKUAR” (ARBËRISHTJA E BASHKUAR), ME PESËMBËDHJETË VËLLIME, E KOSTANDINIT BELLUSHI DHE FLAVIA D’AGOSTINO.

Come vanno le cose per gli Albanesi d’Italia e, più in generale, per l’attuazione della Legge n. 482/99: “Norma per la conservazione delle Minoranze Linguistiche Storiche” in Italia, sempre più consapevolmente inserito nell’Unione Europea delle Cittadinanze e nel consorzio delle Culture,

Lingue ed Etnie minoritarie? Opinioni, giudizi e valutazioni possono essere le più diverse. È certo, del resto, che le velocità del tempo attraverso le quali hanno viaggiato le Dodici Minoranze, per la concreta e migliore attuazione della Legge 482, sono diverse e hanno molta importanza – come si è osservato con evidente chiarezza in questi anni – le sensibilità degli Enti Locali (a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale), le loro economie/finanze e la più o meno convinta volontà politica degli Amministratori di scommettere su di esse.

In questo contesto di riflessioni sulle Minoranze e, in particolare sulla ‘salute’ degli Albanesi d’Italia, che senso ha oggi un Dizionario illustrato italiano-albanese-arbëresh, mentre esiste e progredisce sempre più – fortunatamente – una maggiore consapevolezza sull’identità e il destino delle Minoranze europee, e la loro indubbia ricchezza ontologica, anche quale deterrente per le sempre possibili dittature di destra, di sinistra o di centro?

Cosa significa – in termini valoriali, civili e culturali – uno strumento propositivo, comparativo e prospettico qual è la nostra ponderosa ricerca che scava a fondo, e, scandagliando, intreccia le parole, le azioni ed i fatti in Italiano, in Albanese e in Arbëresh? Come si colloca, nello scarno ed esile panorama dei Dizionari esistenti, la nostra fatica? È un viaggio tra le parole, che veicola contenuti e significanti che arricchiscono il fruitore curioso, il quale viene stimolato all’attenzione intelligente dei prestiti e dei crediti, delle assonanze e delle dissonanze, dei sinonimi e delle afferenze. Il lavoro che abbiamo svolto, e stiamo svolgendo (work in progress), non va pensato, però, come un Dizionario tout court, è, invece, un organico contenitore, una proposta eterogenea di ricerca e di conoscenza “per i più studiosi”.

Questi Dizionari, pertanto, armonizzano lessico e storia, antropologia e geografia, didattica e pedagogia e – per quanto possa sembrare strana quest’ultima concettualizzazione – il portato educativo impregna e contagia quella che, a prima vista, potrebbe sembrare l’asciutta e vuota parola, anche se proposta nelle diverse accezioni. I volumi si collocano in una serie di studi e di ricerche molto interessante, sulla quale noi scommettiamo da tempo e ci siamo concentrati, perché ci stiamo lavorando con passione e competenza, orgoglio e gioia.

Le Parlate arbëreshe, dopo cinque secoli, ancora si somigliano perché la loro provenienza è unica: “l’ Arbëria!” Per questo gli Arbëreshë, “più o meno”, si comprendono. Le varianti linguistiche, sia fonetiche (vocali, consonanti), che morfologiche e lessicali, non sono tante da rendere impossibile la comprensione delle varie Comunità arbëreshe. Nelle Parlate arbëreshe predomina, com’ è noto, il dialetto tosco, ma ci sono anche tracce del dialetto ghego (v. Vaccarizzo Alb.se, in parte Plataci e San Basile). Il consistente peso (valore) che hanno le parole di una lingua, a livello etimologico, letterario e didattico, è una cosa ben nota. In tutto ciò, agli storici, il loro studio li può aiutare a fare luce nelle province (regioni) da dove provengono le varie Comunità degli Arbëreshë.

Noi, con questi volumi, abbiamo preso in considerazione le varianti lessicali e morfologiche delle parole di tutte le Comunità arbëreshe d’Italia e molte di esse formano un’ area geografica e fonetica omogenea e affine con la lingua unificata dell’ Albania. I nostri Dizionari sono originali perché, fino ad oggi, sembra che nessuno aveva provato ad avviare un lavoro così consistente e complesso perché esso detiene, ancora, il 70% delle parole arbëreshe autentiche che sono identiche a quelle della lingua albanese unificata.

Ma sono presenti anche i barbarismi (italiano, greco, turco, spagnolo, francese, inglese) che sono entrati nell’ Arbëresh, durante le dominazioni dei popoli stranieri nell’ Italia Meridionale, o da altri influssi: kaçatur (cacciatore), jatrùa (medico), sënduq (cassone), kriat (testa), mazùn (pollaio), sllibë (sonno profondo), ecc. Noi dimostriamo anche che, in questo restauro linguistico, abbiamo raccolto più di diecimila parole, per ogni volume, con relative espressioni idiomatiche e proverbi.

Queste parole vengono valorizzate con l’aggiunta di alcune illustrazioni, le quali permettono di farle memorizzare e comprendere meglio da colui/colei che le studia. In appendice a ogni singolo Dizionario illustrato abbiamo aggiunto un Vocabolario arbëresh – italiano nel quale raccogliamo anche parole straniere albanesizzate, che chiamiamo e parole dialettali italiane quotidiane: odore (adur), calderaio (kaudarar), pallone (palún), nemmeno (menu, mangu), antenna (ndinë), vantare (vandonj), gelato (xhellat), ecc. Possiamo, pertanto, affermare che questo nostro lavoro giova a tutti gli Arbëreshë, ma di più a coloro che hanno tempo disponibile, in quest’ era di globalizzazione, e vogliono esaminare (analizzare) qualsivoglia parola con le sue varianti e confrontarle con quelle della lingua albanese unificata.

Infine, con i nostri Dizionari desideriamo far conoscere meglio l’ Arbërishtja (lingua arbëreshe), unificare le parlate arbëreshe e formulare un “Arbëresh standard”, con il contributo di tutti gli altri volumi che stiamo preparando, perché vogliamo unificare l’ Arbërishtja (una koinè linguistica), come si è unificata la lingua nella terra dei nostri padri. Il nostro augurio è quello di raggiungere lo scopo prefissato raccogliendo, classificando e archiviando il lessico arbëresh con le diligenti ricerche per dare, al più presto, un’ opera completa e utile.

Grazie infinite!

Gli Autori: Costantino Bellusci Flavia D’Agostino.