Salvate il femminismo da se stesso
Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo
Pochi sanno che la rivoluzione russa è partita l’8 marzo. Si tratta dell’esempio più potente di quanto la questione economica e quella femminile siano intrecciate. Eppure i partiti di oggi non sembrano in grado di sventolare bandiere rosa se non per rivendicare parole femminili e ruoli dirigenziali nelle aziende e nelle istituzioni per le donne.
La profonda disparità tra salari, posti di lavoro, opportunità e sicurezza lavorativa è sotto gli occhi di tutti. Eppure nessuno riesce a trasformarla in una lotta politica su ampia scala. Grande è la colpa del movimento femminista, che ha visto crollare il suo consenso nella società. Al punto che, qualche anno fa, partì anche un ampio movimento di donne che rivendicavano il proprio diritto a non essere femministe.
La profonda involuzione che la società e la politica hanno subito negli ultimi anni sui temi di genere è sorprendente. Anche perché un altro movimento, quello LGBT, è viceversa riuscito ad arrivare agli onori delle cronache e a ribaltare, nel giro di vent’anni, il diritto di famiglia di tutti i Paesi europei. Il riconoscimento sempre più diffuso dei diritti arcobaleno sembra scontrarsi (specie per la similitudine dei metodi di rivendicazione) con la perdita di diritti (e di consenso) patita dalle donne.
Alla fine dei conti possiamo dire che la ragione è sempre la medesima. Ovvero l’aver dimenticato la lezione di Antonio Gramsci. Il dirigente comunista ci spronava a fare egemonia sull’ambiente culturale e sociale a noi circostante. È in effetti il primo insegnamento che ogni politico dovrebbe apprendere: bisogna preparare il terreno ideologico, prima di lanciare una battaglia. Salvini questa lezione l’ha imparata: ritenendosi incapace di fare egemonia lui stesso, preferisce cavalcare l’onda ideologica che corre tra la gente. Il suo staff impiega ingenti risorse economiche e temporali ad analizzare i temi maggiormente popolari, per calibrare i post del cosiddetto Capitano.
L’incapacità delle femministe (e delle sinistre che le accolgono) di fare presa sulla gente è proprio la ragione per la quale stanno perdendo le loro battaglie. Magari riescono a mietere sempre più militanti: ma sempre meno simpatizzanti. E se la gente ha fame, vuole il pane, e non le rose. Si dice spesso vogliamo il pane e anche le rose: far capire al popolo che essere femministi significa rivendicare il pane è un tassello importante per il prossimo decennio di rivendicazioni. Quando in Russia si capì il messaggio, partì la Rivoluzione di febbraio. E il Novecento cambiò corso.
Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.