Donatella Versace si è giustificata in tutti modi sulla scelta di vendere agli americani, forse in qualche modo ha sentito di tradire un po’ la memoria del fratello Gianni, che ha tanto amato gli Usa ma che proprio lì è stato anche assassinato.

“Nell’ultimo anno Versace è stata avvicinata da tante persone, francesi, americane… ma nessun italiano. Non siamo noi che abbiamo rifiutato di partecipare a un gruppo italiano”.
Ha precisato la designer che però ha chiarito che il brand resta italiano, prima di tutto perché continuerà a vestire il ruolo di direttore creativo e quindi a firmare le collezioni e poi perché la famiglia Versace ha reinvestito nella Capri holdings (questo è il nuovo nome holding della Michael Kors). Ma quali sono le case di moda non più italiane?
Gucci: dal 1999 è di proprietà di Kering (Francia)

Bottega Veneta: dal 2001 fa parte del Gruppo Gucci, che a sua volta fa parte del gruppo del lusso francese Kering

Bulgari: dal 2012 fa parte di LVMH (Francia)

Acqua di Parma: dal 2001 fa parte di LVMH (Francia)

La Perla: dal 2018 fa parte di Sapinda Holding, società olandese di proprietà del finanziere tedesco Lars Windhorst

Brioni: dal 2012 è di proprietà di Kering (Francia)

Fendi: dal 1999 è di proprietà di LVMH

Fiorucci: dal 2015 è di proprietà di Janie e Stephen Schaffer, fondatori del marchio di intimo Knickerbox

Krizia: dal 2014 è di proprietà do Shenzhen Marisfrolg (Cina)

Miss Sixty: dal 2012 è di proprietà Crescent HydePark (Cina)

Loro Piana. Dal 2013 è di proprietà di LVMH

Pomellato: dal 2013 è di proprietà di Kering (Francia)

Pucci: dal 2000 è di proprietà di LVMH (Francia)

Sergio Rossi: prima è stata acquisita dal Gruppo Gucci, che fa parte del gruppo del lusso francese Kering e nel 2015 è stata rivenduta alla società di investimento europea Investindustrial

Yoox: dal 2018 è di proprietà di Richemont (Svizzera)

Valentino: è stata acquistata nel 2012 da Mayhoola for Investments, una società di investitori del Qatar

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