A proposito della visita dei due Presidenti della Repubblica Italiana e Albanese a San Demetrio Corone il 7 Novembre 2018..(Seconda Parte).

Galatina, 24.10.2018

Questo andrebbe detto in tutta franchezza ai due Presidenti in visita.Non possono esistere gerarchie e poi su quali basi? Tutti hanno contribuito a “macinare il mulino dell’Arberia”. Al fine di liberare tutto il patrimonio di tradizioni linguistico-culturali insito nella secolare storia, dovrebbe essere coinvolto attivamente tutto il popolo arbëresh, in maniera da migliorare qualitativamente e quantitativamente le iniziative, che in Calabria, come altrove, molte volte si rendono impossibili in un’atmosfera di asfissiante ideologia e chiusure preconcette.

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Vogliamo vivere un’Arbëria trasparente, in maniera spontanea, depurata della trappola dell’odio politico. Ecco perchè fino ad oggi abbiamo preferito non rimanere coinvolti in scelte di schieramento partitico, ma promuovere tra gli Arbëreshë una sensibilità sui valori morali in gioco sul fronte delle scelte legislative e amministrative.Speriamo, a questo punto, come avviene in tutte le democrazie evolute, in un ricambio politico e soprattutto in un indirizzo culturale diverso in Calabria dove l’operato sarà incentrato fondamentalmente per focalizzare alcuni punti ben precisi:

1-La difesa della lingua arbëreshe a tutti i livelli: dal parlato allo scritto, così come vuole la legge 488/99;

2- La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio  culturale immateriale;

3- Il riconoscimento dei valori religiosi comuni della tradizione bizantina greco-arbëreshe.

In questa Arbëria che non è capace di difendere l’impegno profuso di tante persone, dove tutti odiano tutti, dove tutti detestano chi fa qualcosa per mantenere in vita l’identità culturale e il patrimonio etnico, in questa Arbëria tra il mondo dei vivi che sta sopra e il mondo dei morti che sta sotto, in mezzo ci siamo noi. Nel dare il benvenuto al Presidente della Repubblica d’Albania, Iliri Meta, c’è da dire che tra gli Arbëreshë si respira tanta fiducia di un nuovo corso in Albania che grazie all’azione politica del nuovo Governo può proiettare l’Albania in Europa per sposare in pieno anche i diritti delle minoranze etniche e linguistiche come strumento di tutela e di socializzazione.

Gli Arbëreshë continueranno, come quasi da sei secoli, con ostinata tenacia a riannodare il filo mai reciso con la nostra storia, con le nostre radici che saranno testimoni e fedeli alle tradizioni più antiche, nonostante le ineluttabili trasformazioni della dimensione spazio-tempo del nostro vivere contemporaneo. L’amore e il nostro attaccamento morboso verso l’antico popolo illiro rimane solidissimo di legami. Gli arbëreshë hanno un profondo e saldo attaccamento alla propria identità culturale, un sentimento antico mai superato da altri valori.

Chiediamo al Presidente della Repubblica Albanese, Ilir Meta, che questo legame con l’antica madre non venga mai scisso e calpestato, come succede da anni dall’élite politica e culturale giunta al potere in Arbëria, imponendo l’adozione, nelle comunità arbëreshe, della lingua standard dell’Albania, fregandosene, quindi, del saldo attaccamento dell’Arbëria alla storia della propria etnia, incuranti, quindi, dei valori autentici, ritenuti preferenziali e utilizzati  come strumenti identitari per proprio “tornaconto”. Siamo certi che l’Albania, sia come espressione politica, sia come espressione culturale è fiera che gli Arbëreshë in Italia, mantengano vivi, l’antica lingua e le antiche tradizioni ai tempi di Scanderbeg.

Bisognerebbe allontanare, quindi, definitivamente, chi vuole questo modus operandi che frena la crescita dell’Arberia, mettono in cattiva luce anche la Madre Patria, ingiustamente! Nel dare il benvenuto al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, cosa chie-diamo?

FERMARE LO STERMINIO DEGLI ARBËRESHË !!!

E’ ora di rivendicare ad alta voce i diritti della minoranza arbëreshe.Questa profonda consapevolezza darà a noi tutti la forza e il coraggio di andare avanti, di amare l’Arbëria e di sentirci veramente liberi, in pace con noi stessi e in piena armonia con gli altri. Liberi di parlare in arbëresh e di tramandare agli altri il gusto di parlarlo e scriverlo. “L’Arbëresh deve parlare in arbëresh e deve scrivere in arbëresh: deve riprendere in mano, e dirigere, le sue Famiglie, i suoi Comuni, le proprie Scuole, i suoi Sportelli Linguistici; la Legge Na- zionale 482 e quelle regionali sulle Minoranze, creando lavoro per i suoi figli, con ciò che ogni paese ha: cultura, usi, tradizioni artigianali; bellezze naturali, ambientali, artistiche…”.

L’Arbëria ha diritto di esistere in quanto ha una individualità geografica, storica, culturale, morale,di tradizione, di pensiero,

PRESIDENTE MATTARELLA, PRESIDENTE META: CHI TUTELA LA MINORANZA ARBËRESHE?

FATE RISPETTARE, SOPRAtTUTTO IN CALABRIA, LA LEGGE 482/99 PER L’INSEGNAMENTO E LA PRATICA DELLA LINGUA ARBËRESHE NELLE SCUOLE E IN OGNI DOVE,   SPORTELLI LINGUISTI COMPRESI! (Artt. 4 , 5, 10, Legge 482/99)

Il denaro elargito con la legge 482 del 15 dicembre 1999 è destinato alla scuola dell’obbligo e ai Comuni per l’insegnamento della lingua della Minoranza Storica e per la salvaguardia delle antiche e nobili tradizioni degli Albanesi in Italia, non per altro. Non rimanete insensibili alle richieste di trasparenza di tutela che Vi giungono da moltissimi arbëreshë contro lo sperperio dei soldi della legge 482/99, deviati per altri scopi. Tra le richieste, quindi, anche quelle di includere il divieto assoluto di chi in Calabria e altrove, interpreta la legge 482 “pro domo sua”, impedendo di fatto l’insegnamento e la pratica della lingua arbëreshe nelle scuole, negli sportelli linguistici, negli scritti di ogni genere, nonostante il legislatore si sia pronunciato in merito. Anzichè chiedere, quindi, l’istituzione della “ZONA FRANCA”, si chiede di liberare l’Arberia definitivamente da chi vuole “rivoltare la frittata” della legge 482/99 per usi personali (a proposito della lingua da adottare) e non “FARLA FRANCA” ancora una volta!

NON POSSIAMO DARE COLPE AL GOVERNO ITALIANO,

IN MERITO ALL’ADOZIONE DELLA LINGUA DA INSEGNARE NELLE COMUNITA’ ITALO-ALBANESI.

IL GOVERNO SI E’ GIA’ ESPRESSO UFFICIALMENTE E ABBASTANZA CHIARAMENTE!

Siamo d’accordo, invece con la richiesta di coinvolgere la RAI alfine di trasmettere servizi didattici ed informativi in lingua arbrisht (ma che siano in lingua arbëreshe!). Per quanto detto, nascerà a breve un Comitato apposito per incontrare anche i rappresentanti  sentanti politici e culturali governativi del Movimento Cinque Stelle e della Lega per fare chiarezza in merito!

AI DUE PRESIDENTI,

MIRË SE NA ERDHËT SHËN MITËR, MIRË SE NA ERDHËT NDË ARBERI’

Evitate la morte della lingua arbëreshe, l’antica lingua che porta indietro nel tempo di Scanderbeg. Un patrimonio inestimabile di tradizioni, scrigno della memoria”.

Tratto da:Onda Lucana® by Italo Elmo