Dal problema rifiuti sulla Terra a quello nello spazio. Entrambi provocati dall’uomo, che ora prova a correre ai ripari, tutelando l’orbita del pianeta.

Il problema rifiuti è così serio, a livello internazionale, da aver ormai raggiunto uno stato critico perfino al di là dei naturali confini del nostro pianeta. Lo spazio orbitale attorno alla Terra è ricco di detriti, satelliti zombie e frammenti di vario tipo, con un rischio collisione ormai molto concreto.

Lo scorso 2 luglio il satellite CryoSat-2, in orbita a 700 km sopra la superficie terrestre, ha rischiato l’impatto con un detrito spaziale, come confermato dall’Agenzia spaziale europea. Il 9 luglio sono stati accesi i propulsori per spingerlo in un’orbita più alta, evitando l’impatto di appena 50 minuti, con detriti sfrecciati a più di 4.1 km al secondo.

Anno dopo anno manovre di questo tipo diventano più frequenti, dato uno spazio sempre più congestionato. Basti pensare che nel solo 2017 sono stati messi in orbita più di 4mila satelliti, militari, civili, amatoriali e commerciali. Si tratta di un numero che supera di quattro volte quella che è stata la media nel decennio 2000-2010.

Una situazione che potenzialmente potrebbe peggiorare, considerando i piani di espansione satellitare di aziende come Boeing, SpaceX e OneWeb, con altri centinaia o migliaia di satelliti di comunicazione. Una previsione che, se realizzata, potrebbe portare a un vero e proprio disastro. Nel 2009 si è registrato lo schianto di un satellite commerciale americano, Iridium, contro uno di comunicazione, inattivo, russo, il Cosmos-2251. Migliaia di schegge si sono formate allora, che oggi minacciano la bassa orbita terrestre.

In totale si stimano circa 20mila oggetto creati dall’uomo, che di certo non può pensare d’essere in grado di evitare, allo stato attuale, ogni possibile collisione. Migliaia di ricercatori sono al lavoro per identificare una soluzione. Dalla compilazione di un database completo, per avere sotto controllo costantemente la situazione in orbita, all’identificazione di particolari orbite in cui spostare i satelliti, dopo aver terminato le proprie missioni, bruciando rapidamente nell’atmosfera.

Troppo a lungo abbiamo accantonato il problema della spazzatura creata, ma soprattutto del futuro dei nostri satelliti dopo il completamento del loro compito. Tutto ciò ha portato alla formazione di quelli che vengono definiti ‘zombie’. Si tratta di satelliti inattivi o frammenti degli stessi, che rappresentano oggi ben il 95% del ‘traffico’ orbitante intorno al nostro pianeta.

via Allarme spazzatura nello spazio: 20 mila oggetti intorno alla Terra — QuiFinanza