Autunno …..è tempo di vendemmia!

Tratto da:Onda Lucana®by Franca Iannibelli

Con l’arrivo dell’autunno si rinnova la tradizione della vendemmia.

I miei ricordi mi riportano indietro nel tempo, in un periodo nel quale questo evento era una festa per piccoli e grandi.

Si facevano “i ritenn’” nel vicinato, cioè ci si aiutava a vicenda tra amici e parenti. Muniti di piccole roncole (e forbici per i bambini per non farsi male), tra i filari di Sangiovese (uva di bacche nere), e di Malvasia (con bacche bianche), si tagliavano i grappoli e si riempivano le bigonce. Si sceglievano i pendoli (due grappoli d’uva uniti) per conservarli in bella mostra per l’inverno; mentre i bambini erano impegnati a raccogliere i chicchi che cadevano a terra.

Una volta riempite le bigonce con i grappoli di uva, venivano trasportate in cantina e svuotate in grossi tini, fatti con doghe di legno strette fra loro da cerchi di ferro. Oggi ci sono pigiatrici tecnologiche, ma allora si pigiava con i piedi, e questo richiedeva una gran fatica. Dopo la pigiatura, l’uva si lasciava fermentare (come accade ancora oggi), invece, per chi amava un vino più leggero la fermentazione era di 24 ore “u vin fullet” (fermentazione iniziale), invece, chi preferiva un sapore pastoso lo si lasciava fermentare per 7 giorni (fermentazione alcolica).

Arrivava il momento della torchiatura, l’uva pigiata e fermentata veniva messa in un torchio di legno con le presse, per far sì che ne uscisse il succo, il quale veniva introdotto nelle botti di legno senza tappo, affinchè, si evitasse che scoppiassero, in modo da permettere al mosto che finisse la fermentazione (il bollore). In seguito si procedeva nel tappare le botti in modo da lasciare riposare il vino fino all’8 dicembre.

Tra le tante tradizioni in terra di Lucania, vuole che si assaggi il vino il giorno otto  del mese di dicembre (spinnulavut’), per tale data si riuniscono gli amici e i parenti nelle cantine o nelle grotti, per stappare le botti e assaporare il vino novello, magari accompagnando il tutto con crispelle fatte in casa, taralli e salumi. In alcuni paesi, uno tra questi San Giorgio Lucano, ogni famiglia per cantina possiede una grotta, scavata nella roccia, qui il vino resta sempre a temperatura stabile, assicurando quelle note organolettico stabili per la felicità dei molti degustatori.

Nei nostri paesi resiste ancora la tradizione di fare il vino in casa!!

Tratto da:Onda Lucana®by Franca Iannibelli

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Si ringrazia l’autore per la cortese concessione –  Foto di copertina e interne fornite da Maddalena Latrecchiana.