Ben, Clara e il cambiamento climatico – (Prima Parte).
Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda
Il mondo a trazione capitalistica è sempre in fregola da novità, il venditore deve sempre aggiornare il catalogo altrimenti i prodotti non si vendono; tuttavia negli ultimi anni riscontriamo in esso un profondo malessere creativo. Così i bottegai di turno, per uscire dall’impasse in cui loro stessi si sono imbrigliati, hanno deciso di tirar fuori, come il mago d’altri tempi dal cilindro, un coniglietto del tutto speciale, si chiama woke!
Che sarà mai? Intanto è roba inglese e già questo fa rizzare i capelli, nelle intenzioni vorrebbe indicare il risveglio, lo stare attenti, vigilanti. Ma assume un significato più ampio perché abbraccia le rivendicazioni di tutte le ex minoranze, ossia di quelle categorie sociali e spesso razziali di chi tra l’altro nega l’esistenza di razze (un ossimoro), che rivendicano ruoli politici a dir loro negati per secoli se non millenni. Da tali rivendicazioni scaturiscono fiumi di bile nei confronti di tutti i passati, visti invariabilmente come fascisti, purché riferibili alla civiltà dell’uomo caucasico, ovviamente. Com’è noto tutte le colpe sono sue, sostiene anche l’allegrotta svedese che non ha bisogno di andare a scuola perché sa già tutto del mondo. Dunque, da questo breve esame del termine, s’arguisce che woke significa soprattutto negazione e necessità di cancellazione! Eliminazione di tutto il passato non consono alle direttive odierne.
La principale delle quali è il cosiddetto “cambiamento climatico”. I bottegai hanno fretta di vendere qualsiasi cosa, il marchio del momento è la “transizione” ed il woke è suo sostegno; brucia una foresta per far svegliare il seme interrato sotto millenarie querce, per far nascere il mondo nuovo! L’allarmismo deve accelerare il processo, per cui necessariamente deve passare il messaggio che il mondo sta per morire perché l’uomo bianco ha immesso troppa anidride carbonica nel pianeta, che così s’è riscaldato e allora moriremo tutti. Semplice ed efficace! D’altronde chi glielo fa fare agli stu(pi)denti che seguono tali asserti “gretini” di leggersi la “fenomenologia dello spirito”? Oddio, molto più modestamente, invece di approcciarsi all’ostico tedesco di Stoccarda, sarebbe bastato imparare la fotosintesi clorofilliana. Scoprirebbero cose meravigliose su di essa, prima fra tutte che il famigerato CO2 non è un veleno: al contrario il pianeta non avrebbe vita senza di esso.
Serve alle piante, è il loro nutrimento, che sintetizzano per creare carboidrati: composti di ossigeno, carbonio e idrogeno. Altresì: “Durante la fotosintesi, con la mediazione della clorofilla, la luce solare o artificiale permette di convertire sei molecole di CO2 e sei molecole d’H2O in una molecola di glucosio (C6H12O6), zucchero fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto della reazione si producono sei molecole di ossigeno, che la pianta libera nell’atmosfera attraverso gli stomi che si trovano nella foglia. La formula stechiometrica della reazione è: 6CO2 + 6H2O + energia solare → C6H12O6 + 6O2”[1]
Per darmi autorità ho citato Wikipedia, almeno quella “i risvegliati” dovrebbero leggerla, ha tutte le caratteristiche proprie del mondo global a loro tanto caro. Eppure continuano ad ignorare il fatto che se hanno aria per sparar cazzate sul co2, devono ringraziare proprio al suddetta molecola incriminata.
Però, datosi che i “risvegliati” (woke) non hanno coscienza di cosa sia il mondo, trovo divertente insistere sull’aspetto del riscaldamento climatico che a loro dire avviene per colpa dell’uomo. Ancor più, infierisco associando come sostenitore del contrario l’essere abietto per eccellenza, quel Benito Mussolini che comunque i cancellatori-risvegliati non dovrebbero conoscere, a meno che non abbiano impiantato in testa un chip di quelli che si attivano con parole chiave, come i motori di ricerca su internet.
Fatto sta che nel 1938, con l’allungarsi delle ombre di una nuova grande guerra europea; i cui prodromi erano l’anchluss dell’Austria alla Germania; il “Patto di Pasqua” tra Italia e Inghilterra, che in teoria avrebbe dovuto bilanciare l’ingrandimento della nazione nazista; e della guerra di Spagna in cui l’Italia partecipava con feroci bombardamenti aerei (specie su Barcellona, ad opera dell’“Aviazione legionaria italiana”), su tutta la penisola dell’allora Regno d’Italia incombeva una siccità che pari non s’era mai vista. Si mostrava decisamente lunga, ma soprattutto, ciò che inquietava ancor di più era il periodo dell’anno interessato; da gennaio ad aprile, i mesi in cui le precipitazioni dovrebbero essere più frequenti, si mostravano invece caldi e secchi come in piena estate.
E allora abbiamo i resoconti della preoccupazione, autentica, del duce per un problema che destabilizzava l’intera società italiana. Claretta Petacci, l’amante di Mussolini, nei suoi diari annota i colloqui che intercorsero tra i due riguardo il drammatico periodo che viveva la popolazione, altro che spread. Adesso si gioca con prodotti d’artifizio per cui le stesse crisi economiche in realtà sono giochi per sadici banchieri, quando si parlava di siccità era gioco la sopravvivenza!
E’ il 5 aprile del 1938 quando, nel consueto incontro pomeridiano (era l’orario più favorevole, poiché di pausa dai lavori istituzionali), Mussolini dice alla sua giovanissima amante di avvertire i sintomi di un’influenza. Poi, di colpo, osservando il cielo dai finestroni di palazzo Venezia, se ne esce con frasi di disprezzo per quello “spicchio d’azzurro”, così lo definisce. Claretta riporta nel suo diario quel che a tutti gli effetti è uno sfogo di Mussolini, il quale solo con lei si apriva sinceramente; e allora continuando a scrutare il cielo riprende: «Penso che sono 50 milioni di danni al giorno. I contadini pregano, fanno processioni, si disperano e perdono tutto. Se non piove è un disastro, è da perdere la testa, la campagna brucia. Non ci sono nuvole neanche a pagarle un occhio. Il grano è già quasi finito, qualcuno ci mette il granturco. Se continua così non avremo pane quest’estate. E’ tutto oro che va fuori. Sono fuori di me. Da tanto tempo non bestemmio, vorrei provare…
[1] wikipedia, facile da consultare e gratis; ma non essendoci nessuno a “rappare” ai risvegliati non interessa.
Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda
Si ringrazia l’autore per la cortese concessione. Immagine di copertina tratta da Web.
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