Ben, Clara e il cambiamento climatico – (Seconda Parte).
Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda
E’ tremendo che Dio faccia soffrire questi disgraziati che lavorano tutto l’anno. L’Italia è un assurdo, un Paese ridicolo. Sono settanta giorni che c’è il sole, dal 20 gennaio. Fiumi e laghi solo senz’acqua, questo va male anche per le armi (gli idrovolanti non potevano ammarare). Se non piove siamo rovinati. Ma tu te ne freghi…».
A quest’intemerata la ragazzetta risponde cercando di scusarsi per la scarsa empatia che evidentemente ha dimostrato nel mentre il duce esponeva, con tono alto quasi stesse parlando con i suoi gerarchi, lo scenario apocalittico. L’episodio dimostra che i periodi siccitosi ci sono sempre stati, così come il caldo anomalo, le precipitazioni violente, desertificazioni ecc… Si commentano da sole e l’umanità non c’entra nulla, ma i woke preferiscono non saperlo e perciò continuano ad inghiottire soma (la droga teorizzata da Aldous Huxley, loro maestro).
Tornando a palazzo Venezia degli anni ’30, scopriamo come da questo lampo d’intimità emerga l’autentico personaggio. Mussolini era caratterialmente violento, ma predisposto al comando fin dalla gioventù (faceva politica già dagli anni precedenti il primo conflitto mondiale). Dotato di arguzia non comune, alla forza di carattere univa la spregiudicatezza; doti richieste ancora oggi, nei regimi democratici, a qualsiasi amministratore-funzionario pubblico o privato che sia, figuriamoci a uno statista e di quei tempi! Tuttavia, nei confronti della sua giovanissima amante (Claretta aveva 29 anni in meno del duce), si mostrava acquiescente al punto da mostrarsi letteralmente infatuato, i suoi uomini dicevano che si fosse rimbambito. I nostalgici incolpavano lei (donna, perciò eterna Eva tentatrice), di aver fatto smarrire la bussola al duce, nel momento cruciale della guerra incombente.
Eppure l’episodio ci dice molte cose oltre l’apparente pettegolezzo su di un diario scritto da una donna che aveva all’epoca 26 anni; Mussolini mostra di avere vaste competenze, e soprattutto tiene alla sicurezza sociale della Nazione. A questo il liberale ribatterebbe facilmente asserendo che lo faceva per interesse; ovverosia che siamo dinanzi al più classico panem et circenses. Teniamo il popolo buono perché non si sollevi contro il regime! Ecco però venir fuori il tipico atteggiamento woke, il vedere esclusivamente sociopatici al potere. Per la vulgata liberal, in ogni governate che ingabbia l’economia nella sovrastruttura politica alberga un odiatore seriale.
Il problema è invece opposto; a chi voglia spendere del tempo in analisi della personalità dei grandi, nel bene o nel male, che durante il loro passaggio terreno hanno ricevuto il fardello del potere, è utile invitarli a ragionare sul troppo amore piuttosto che sull’odio. Hitler, Mussolini o Churchill, avevano un concezione della storia dei popoli come di una lotta per la sopravvivenza; per cui alla fine il movente all’azione era non l’odio bensì l’amore, nei loro casi eccessivo, per il proprio popolo. Fu questo a far emergere, come in un tipico fenomeno lìmnico (laddove si invertono le acque e dunque dal fondo tenebroso dei laghi salgono in cima le acque profonde), la repulsione per qualsiasi entità non conforme ai propri criteri di razza, fede, lingua.
A loro afferenti gli americani Roosvelt e Truman e il sovietico Stalin; in questi casi però siamo in presenza di un altro tipo di amore, diremmo tossico, quello per la loro ideologia, non che i sunnominati non ne abbiano avute (il XX secolo è caratterizzato dalle ideologie al potere), sono i criteri ad essere diversi: Italia, Inghilterra e Germania mossero le ideologie in funzione della Nazione, americani e sovietici in funzione dei sistemi: liberale per i primi, comunista per i secondi. Si tratta pur sempre di ideologie, ma con diversi scopi.
Oggi il registro è completamente cambiato, l’Unione Europea incentiva la de-industrializzazione e l’incolto; da trent’anni il suddetto ente sovranazionale paga per non far seminare grano! Ed è disposta a pagare per importare merci, altro che i 50 milioni al giorno che Mussolini calcolava come perdite per l’erario, pur di perseguire il piano green! E’ chiaro quindi che gli odierni hanno altri obiettivi; laddove quelli del novecento pensavano ad ingrandire, favorivano la crescita demografica, gli serviva tanta gente! Oggi non pensano che a regredire, in ogni campo. Anche questo è motivato da interesse ideologico. Ecco così che una giovane amante, parlando dell’intimo dittatore ci mostra anche il divario cognitivo tra il suo mondo e quello woke attuale. Il “risvegliato” è uno strumento all’identico modo del balilla col moschetto, agisce per scopi superiori, al di là delle sue conoscenze prossime.
Oggi la cricca globalista, in affanno per via del processo di de-dollarizzazione, spinge sull’agenda del cambiamento climatico, con l’obiettivo non certo di salvare il pianeta, bensì di renderlo giardino per pochi eletti, un paradiso terrestre per miliardari. Sanno benissimo che auto elettriche, pale eoliche, pannelli sui terreni e altre “amenità” consimili non servono alla natura; se volessero davvero bene al pianeta avrebbero proposto un piano di forestazione mondiale! Tipo quello che fece Mussolini in Italia, ultimo grande impianto d’alberi fatto nella penisola; ma, come detto ogni tempo ha le sue ideologie, e dunque i suoi dittatori. Quando i popoli si svegliano, ma realmente, portano in strada diritti pubblici, non vizi privati; reclamano democrazia, vera: e noi siamo prossimi a farlo?
Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda
Si ringrazia l’autore per la cortese concessione. Immagine di copertina tratta da Web.
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