Due conti

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

Di solito i conti si fanno quando il sole sosta nel punto più basso sull’orizzonte, dunque non varrebbe la pena sprecarsi per tirare le somme quando, all’opposto, il sole raggiunge il suo punto più alto sull’orizzonte; qui, nell’emisfero boreale, quello che prende nome dal vento di Borea, e spero che i global Wall street lives matter non trovino qualche altra stupidaggine anche sui solstizi, con la scusa magari che il freddo nordico discrimina i popoli dall’equatore in giù.

Questa riflessione astronomica però induce al complottismo anche i tossicomani da tivvù generalista, quelli che hanno i poster di Draghi a capoletto in luogo di immagini religiose. E sì, perché in questi giorni fanno i conti sul clima che cambia e che tra un decennio saremo sommersi dagli oceani, ricordo però che lo dicevano già negli anni ’80, ma ormai l’uomo è talmente progressista che per memoria intende solo i giga che trasferisce sui dispositivi computerizzati e nel cloud, di suo si accontenta di avere quella del criceto.

E allora si ripresenta, tutte le volte che le democrazie liberali sono in palese difficoltà, e i multimiliardari apolidi non sanno a quale santo votarsi, anche perché son tutti atei, il dramma del pianeta che sta per esaurire tutte le sue risorse. Intanto sono i conti correnti dei privati e degli Stati ad esaurirsi, mentre i suddetti strombazzatori dai corni d’oro accumulano ricchezze esorbitanti. E poi, non sapendo che farsene, costruiscono giocattoli per andare nello spazio oppure pianificano di inserti elettronici e nanotecnologie da infilare nei corpi umani, perché c’è sempre Faust ad animare sti soggetti sociopatici. In preda a delirio di onnipotenza, studiano in qualsiasi modo come annichilire l’umanità.

A cominciare col diffondere l’universale senso di colpa per il solo fatto di esistere e perciò far piangere Gaia, costretta a vivere col virus uomo addosso. Siamo in troppi e allora, disse il principe Filippo nel 1988: “ Se dovessi reincarnarmi vorrei essere un virus letale”. I potenti ragionano tutti così, al giorno d’oggi; un altro Filippo invece, figlio di Carlo V, e ultimo imperatore romano e cristiano, abitava nel palazzo dell’Escorial, un enorme monastero dedicato a S. Lorenzo, dalla pianta che riproduce la grata simbolo del martirio del Santo.

Perché il potere per Filippo è vivere stretto nel cilicio, altro che agi di corte. Alla stregua di un monaco espiava i peccati di tutti, vivendo in perenne penitenza. Persino nelle epoche precristiane il potere era concepito come fardello e sofferenza; Scipione l’Africano soleva pregare Giove, (esempio di enoteismo quanto più prossimo alla rivelazione Cristiana), affinché i bastioni dell’impero romano nascessero dai suoi travagli! Qui è il fulcro della questione: gli antichi sovrani soffrivano per i popoli, l’esatto opposto dei sovrani attuali, i suddetti multimiliardari apolidi che invece pare godano a far soffrire il resto dell’umanità.

Il gioco è semplice, negli anni ’10, ’20, ’30 faceva comodo allevare dittatori; c’era bisogno di un forte dirigismo, in giro per il mondo, per accelerare l’industrializzazione e dunque creare nuovi mercati. Una volta cresciuti troppo, vedere Italia e Giappone, i dittatorelli non andarono più bene, avevano assolto al compito, ora rischiavano di montarsi la testa e rendere le loro nazioni pericolose concorrenti. E allora: “guerra igiene del mondo” diceva Marinetti; il grande reset era fatto.

Oggi quelli del cartello di Davos ci riprovano col grande reset delle economie mondiali, ancora una volta la divisione, (ricordiamo che diavolo è colui che divide), la parcellizzazione dello stato bellico in tutte le società, già private del contenitore Stato-Nazione e per cui non più comunità. Oggi non sono richieste immense schiere d’uomini, meglio averne pochi, son più gestibili.

Ed allora ritorna il principio darwinista della selezione. Chi rientra tra coloro che devono essere salvati e chi no; tutte le vite valevano al tempo in cui si leggevano i Vangeli, oggi solo quelli che hanno successo, oppure le etnicità di “moda”, (utili al sistema) in buona sostanza il tipico principio razzista della cultura liberal calvinista continua in altre forme ma la sostanza è la stessa, dividere le popolazioni: maschi contro femmine, bianchi contro neri, ricchi contro i poveri; salariati di serie A, sempre più pochi, e masse di popolazione sussidiata, sfruttata, che si nutre di prodotti scadenti e finisce in ospedale a curarsi i tumori che inevitabilmente prende nel corso della vita.

Dicevo di conti, e allora finiamo parlando ancora di clima, di questo immenso rogo che in questi mesi avvolge il pianeta intero. Già, “eccheccaso”, in concomitanza con l’uscita degli “studi” di scienziati che stanno con la sfera armillare a predire cosa accadrà nel 2050! Tanta scienza per poi tornare al Mago Merlino che, almeno lui, faceva sognare.

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

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