Mi piace il sesso. Non mi fraintendete. Ma il sesso non è stupro. Il sesso è consensuale. Non è sodomia per punirti. Non è un cazzo in gola per zittirti. Non è una mano che schiaccia la testa sul terreno per toglierti libertà. Le mani di chi mi ha fatto del male, nel corso della mia vita, erano bianche, lo sono ancora. Il viso di chi mi ha stuprata è bianco. Il pene che ho dovuto “assaggiare” è bianco.

Non ho pensato di poter tollerare quello stupro perché subito da un uomo bianco. Lo stupro è stupro e leggere certe cose mi fa ribrezzo, per quanto sia consapevole che non ci si potesse aspettare di meno da chi propaga cultura razzista e fascista. Il punto è che l’uomo bianco, eterosessuale, si sta adoperando per deresponsabilizzare il maschio bianco e criminalizzare l’uomo nero. E’ un bel capro espiatorio per qualunque crimine commesso contro le donne.

Dispero pensando che rifiutare molestie dal bianco possa diventare presto un reato. A dirla con il linguaggio dei misogini resistergli non è consentito. La fica esiste solo per compiacerlo, per che altro allora? Come osi tu diventare un “oggetto” che pensa e rifiuta le violenze colorate di bianco?

Alcune questioni che sono diventate emergenza, a mio avviso, posso essere sintetizzate nei punti portati avanti da maschilisti e fascisti negli ultimi anni.

  • gli uomini visti come vittime dl sesso negato. obiettivo primario depenalizzare lo stupro.  solo per uomini bianchi però. i neri saranno condannati e i bianchi no.
  • le donne si rifiutano di avere figli. cancellare l’aborto come diritto è un ulteriore obiettivo. in definitiva le donne non potranno decidere niente.
  • una donna che si rifiuta di fare sesso con un uomo va rieducata. obiettivo: depenalizzare lo stupro rieducativo per le lesbiche.
  • i figli partoriti dalle donne dovranno essere comandati e sottomessi dagli uomini bianchi. le donne non potranno esigere alcunché.
  • le donne che si rifiutano di essere stuprate e di far figli, anche se non desiderati, sono guidate da neoliberist* perché l’anticapitalismo all’improvviso è diventato il pretesto fascista per riportare le donne ad un “il corpo non è mio e lo gestisce lui”.

Il culo dell’uomo che mi ha stuprata è bianco. Il cazzo che ho tenuto in bocca è bianco. Le dita dell’uomo che mi ha stuprata sono bianche. Bianco il torace, le cosce, le braccia. Bianco il cervello e bianco anche il sangue.

Liquidi bianchi in quantità depositati sul mio corpo. Espressioni bianche, risate bianche, occhi completamente bianchi. Bianchi quelli che per strada mi hanno molestata e ancora più bianchi quelli che mi hanno sottoposta ad un processo dell’inquisizione perché poi non corrispondevo al “normale” peso forma. Bianche le voci di chi ha detto che da un certo punto in poi nessuno mi avrebbe più stuprata. Come se lo stupro fosse un regalo, un complimento, un riconoscimento della tua bellezza. Ehi, ragazzina, sappi che lo stupro è una violenza e non una lusinga.

Sono bianchi quelli che giudicano il mio corpo secondo quello che dovrebbe corrispondere ai loro desideri. Bianchi i camici dei dottori che non mi hanno dato la pillola del giorno dopo e bianche le ricette per prescrivermi ansiolitici che avrebbero addomesticato la mia voglia di ribellione. Sedativi sociali per escludere qualsiasi possibilità di protesta. Se ti stuprano tu devi essere sedata e lui resta impunito.

Bianche le mani strette attorno al mio collo, perché avevo detto di No. Bianca la faccia del potenziale femminicida che aveva atteso di udire il mio ultimo respiro. A volte, per sopravvivere, bisogna smettere di respirare. Solo così il bianco assassino placa la sua voglia di vendetta contro le donne che non gliel’hanno data. E’ una questione di secondi. Se smetti di respirare in tempo allora lui ti lascia andare. Fingersi morta è una strategia, dopotutto.

Bianco il cazzo che mi ha pugnalata e mi lascia sconcertata il fatto che le cose brutte, le anime brutte, siano considerate tali solo accostandole al nero. Il bianco non è purezza, non è bellezza, non è meraviglia e non è tutto ciò che non dovrò mai rifiutare. Il bianco a volte è morte, il pallore è malattia, il telo per ricoprire il mio cadavere, assolutamente bianco.

Perdonate il fatto che non riesca a tenermi dentro queste cose. Non generalizzo. Per me il problema non sono i colori degli uomini perfidi. Non c’è uno stupro accettabile e uno che invece no. Quello che ho subito alla fine, se ci penso bene, non aveva colore, linguaggio, destinazione. Era solo stupro.

Quello che ora bisogna impedire è che il razzismo usi le donne come pretesto per uccidere neri e allo stesso tempo per farci pensare che dovremmo gradire gli stupri commessi da bianchi. La battaglia è già iniziata. Non ammetteremo alcuna sconfitta.

Meno&Pausa – Avere la patata e non sentirla – racconta fatti reali di una donna che usa questo pseudonimo per raccontarsi.

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via Essere stuprata da un bianco non è mai accettabile — Al di là del Buco