Sta bruciando la notte,
con le paure stese tra le stoppie,
di chi un fuoco accese e poi è scappato
per quelle strade cotte
dal sole cieco, bieco tra montagne
già sofferenti e rosse,
arse dalla calura soffocante,
di quest’estate cruda e lancinante.
Si vergognano i cieli,
i cirri non son più compagni dolci,
la lastra azzurra è sgombra di colori,
non cade pioggia vera.
Ci si domanda, sempre con paura,
da che deriva la strana stagione,
l’effetto serra, il clima sbrindellato,
le città troppo amate.
E la domanda dondola fra i rami
dell’oleandro stanco sotto casa,
si sposa l’ombra con la molta luce,
tace anche il cuore, sfatto, non ha pace.