Tutti pensano, molti scrivono ma pochi riflettono sulle conseguenze di un post pubblicato su un profilo personale di Facebook. Un giovane di Vallo della Lucania, qualche giorno fa, ha deciso di esprimere un proprio pensiero e di renderlo pubblico sul suo profilo Facebook, scatenando una polemica. “Ma i 5 Stalle quando muoiono ammazzati????”, questo il contenuto del post che il giovane ha pubblicato. Post che è stato successivamente rimosso. Il tempo di visibilità del messaggio è stato però sufficiente a scaldare gli animi. Non ha tardato ad arrivare la risposta, sempre tramite social network, del leader del M5S di Vallo della Lucania, Pietro Miraldi. Offeso ed amareggiato ha così replicato: “FB è un’arma micidiale, chiunque può scrivere ciò che vuole, ma esagerare no. Se proprio avete tempo da perdere mettete la testa vuota sotto un’acqua gelida… ah questo vale anche per chi mette like”. E se il messaggio iniziale del giovane vallese poteva lasciare spazio a fraintendimenti con la dicitura “5 Stalle”, la sua successiva giustificazione, sempre a mezzo Facebook, si configura come un’ammissione di colpa. Professando la sua indifferenza alla politica, il ragazzo chiarisce: “Cari amici io non ce l’ho con voi… avete creato il caos senza motivo… per prima cosa era una battuta, chi mi conosce non me ne frega niente della politica”. Ed aggiunge: “Seconda cosa era riferito a questa cosa delle elezioni”. “Se vi siete arrabbiati non fa niente… vi offrirò un caffè”, questo il concetto che intende chiudere, ironicamente, la faccenda.
La libertà di manifestazione del pensiero è un diritto riconosciuto in un ordinamento democratico ma nel buon senso dell’uomo, il confine tra pensare ed esternare pubblicamente tutti i propri pensieri esiste?
Norma De Martino

via Facebook, un’arma a doppio taglio — …Cilento Channel