IL CANTICO DEI SEMPLICI

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone – Docente di storia e filosofia presso Miur

Un cantico degli umili che non credono più di essere gli ultimi. I “semplici” per dirla con le parole del più grande capolavoro italiano degli ultimi 50 anni, ossia “Il nome della Rosa” di Umberto Eco, che, proprio, il protagonista di quel libro eterno, Guglielmo, amava e difendeva. Ecco i “semplici” difesi dal francescano Guglielmo che riassumeva in se stesso tutta l’istanza eversiva, rivoluzionaria che oggi, la sinistra al caviale e champagne, quella dei radical-chic, definirebbe populista, sono cantati in questa lirica che si colora di tinte messianiche e, quasi, di redde rationem nei confronti non solo delle classi privilegiate, ma, addirittura, nei confronti dell’eroe, protagonista, da sempre, della storia ergo i semplici, i poveri, i diseredati contro la stessa storia.

Sembra di leggere le ultime pagine di quel capolavoro della letteratura russa che è “Guerra e Pace” con quel descrivere la guerra come un caotico aggrovigliarsi di momenti e avvenimenti dove primeggia quello che nessuno mai descrive, ossia: la massa. La massa, si proprio lei: quella cosa informe che, però, a volte si sveglia e impicca i ladri, taglia la testa ai re, fucila gli zar, caccia i dittatori con o senza l’appoggio del capitalismo internazionale e dice: “capitano che risolvi con l’astuzia ogni avventura ti ricordi di un soldato che ogni volta ha piu’ paura ma anche la paura in fondo mi da’ sempre un gusto strano se ci fosse ancora mondo sono pronto dove andiamo” E sento quasi parlare il tremendo Ulisse col suo beffardo motteggiare isolano “Perfetto Marinai. Ad Itaca non si torna più.”

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone – Docente di storia e filosofia presso Miur