3) IL CUORE NERO DELLE FOIBE

Tratto da: Onda Lucana® by Monica Splendori

Innanzitutto, per comprendere la situazione storica, è importante constatare che nei primi vent’anni del 1900, e tutt’oggi, nella regione del Friuli vivevano persone appartenenti ad etnie differenti: italiani e slavi (quest’ultimi si possono poi ulteriormente dividere in croati, sloveni, serbi…); con l’instaurarsi del regime fascista in Italia, il governo di Mussolini attuò una politica di snazionalizzazione ed italianizzazione in questa zona del nostro paese; essa ebbe inizio nel 1922 con molteplici provvedimenti: l’impossibilità di parlare lingue differenti dall’italiano in ambito pubblico, per esempio; il governo impose, inoltre, di tramutare il proprio cognome slavo con un cognome italiano.

Dal 1918 al 1943 l’italianizzazione venne perseguita seguendo nelle intenzioni, il modello francese ( attraverso una serie di provvedimenti come l’italianizzazione della toponomastica, dei nomi propri e la chiusura di scuole bilingui), nei fatti il modello fascista. La repressione divenne più crudele durante la guerra, quando ai pestaggi si sostituirono le deportazioni nei campi di concentramento nazisti, e le fucilazione dei partigiani slavi, cremazioni, torture che lasciarono il rancore a chi vi sopravvisse. Stragi dei paesi, rappresaglie dieci uno, paesi incendiati e distrutti, comprese le donne ed i bambini.

Nacquero così i primi movimenti rivoluzionari contro lo Stato; si formarono delle organizzazioni antifasciste di matrice social-comunista (TIGR e Borba, poi l’OF, il Fronte di Liberazione Sloveno). Alla fine degli anni ‘30, con l’iniziare della Seconda Guerra Mondiale, la politica di snazionalizzazione si rivelò un vero e proprio buco nell’acqua: l’unico risultato fu quello di alimentare l’odio da parte della popolazione “allogena” (slovena, croata) nei confronti dello Stato Italiano. Non appena Hitler invase la Polonia (1 settembre 1939), quasi tutte le province balcaniche si allinearono con l’Asse ad eccezione della Jugoslavia, la quale però stava per giungere ad un accordo con la nazione tedesca.

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Mentre il capo di stato jugoslavo Cvetković si trovava a Vienna per incontrare il Führer e firmare l’accordo, a Belgrado fu organizzato un colpo di stato che non permise la riuscita del concordato. Hitler decise allora di attaccare la Jugoslavia: riuscì a conquistarla e divise i suoi territori tra Italia e Germania; in tal modo 800000 croati e sloveni entrarono a far parte del nostro Regno. Cosciente di quest’affronto, l’OF organizzò delle rivolte cittadine che provocarono la celere risposta dello Stato Italiano: furono costruiti ben 202 campi di lavoro in cui vennero integrati partigiani e rivoltosi. Il 3 settembre del 1943 l’Italia firmò segretamente un armistizio con gli Alleati: l’esercito italiano iniziò a sgretolarsi a poco a poco lasciando spazio alle truppe della Wehrmacht.

La conseguenza di questa azione fu un vero e proprio vuoto di potere a seguito del quale si affermarono in modo stabile, verso la fine del 1943, i movimenti comunisti (sloveno e croato) che rimasero celati per l’intera durata della guerra. Queste organizzazioni puntarono a rafforzare il trinomio italiano=padrone=fascista: in questo periodo ha inizio la struggente vicenda delle foibe. Vengono processati e condannati un considerevole numero di innocenti, vittime di violenze e soprusi; l’obiettivo del governo comunista allogeno era quello di cancellare ogni traccia del regime fascista italiano. Dall’1 ottobre 1943 ebbe luogo l’Operazione Nubifragio organizzata dalla Germania nazista, la quale ottenne il dominio su tutto il Friuli e l’Istria: Hitler, per placare le correnti comuniste sorte in seguito al vuoto di potere, mise a capo di questa regione Friedrich Rainer, il quale tenterà di instaurare una nuova politica di germanizzazione differente da quella fascista precedente, poiché mirata a rendere maggiormente partecipe la popolazione locale negli ambiti pubblici, pur mantenendo i poteri più forti (l’esercito, per esempio) in mano tedesca.

È in questo periodo che la Risiera di San Sabba viene adibita a lager (l’unico campo di concentramento italiano provvisto di un forno crematorio). Nel frattempo (1944) il regime fascista di Mussolini perde completamente potere; gli italiani, insieme a sloveni e croati, si ritrovano nelle mani di generali tedeschi che impediscono loro qualunque forma di libertà ed espressione. All’inizio del 1944 si sviluppa la Resistenza italiana, la quale però non possiede una corrente unitaria; vi sono infatti il GAP (Gruppi di Azione Patriottici) di matrice comunista, il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e le Brigate Osoppo guidate dalla Democrazia Cristiana. Questi tre gruppi entreranno poi in contrasto con la Resistenza jugoslava.

Sempre in questo periodo, grazie all’OF, la Slovenia riuscì a proclamarsi indipendente e la Croazia venne tolta all’Italia per essere annessa alla Jugoslavia. Un altro fattore rilevante fu l’ascesa del maresciallo Tito, capo del partito comunista jugoslavo, che diventò capo del governo e dittatore. Tito aveva un obiettivo politico ben preciso: annettere tutti i territori abitati da slavi (quindi anche gran parte del Friuli) alla sua nuova Jugoslavia. Nel frattempo, la Resistenza italiana cercò di creare un fronte unico con quella slovena e croata, ma fallì poiché gli allogeni pretendevano, ancor prima di lottare per la propria patria, di definire i confini degli stati che sarebbero nati a seguito della lotta partigiana.

Diversi furono i protagonisti che ebbero un ruolo centrale nella vicenda: Palmiro Togliatti e Georgi Dimitrov indussero i rispettivi eserciti a combattere uniti per un’unica liberazione nazionale. Il CLN (che dirigeva la Resistenza italiana) e l’OF trovarono quindi un accordo ed unirono le forze rinviando la questione dei confini al dopoguerra. Ci troviamo nella prima metà del 1945: parallelamente alla lotta partigiana slava si sviluppò la seconda ondata del fenomeno delle foibe; l’alleanza fatta con il CLN non fu altro che un pretesto per dare meno peso alle oscenità. Altre migliaia di persone innocenti furono gettate in pozzi senza fine, in luoghi in cui sarebbero state dimenticate.

Link utili:

https://ondalucana.com/2018/10/30/le-foibe/

https://ondalucana.com/2018/11/03/il-mistero-delle-foibe/

Tratto da: Onda Lucana® by Monica Splendori