*”Il lago, Dongo, Mussolini, e Nardo.”
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Ci imbattemmo, nell’attraversare *Giulino, lungo una strada stretta con a destra un muro di protezione ed in salita.
In una semi curva, dove nei pressi di un cancello vedemmo sul muro delle viole fresche e sotto una croce nera fissata al muro.
La sorpresa fu grande quando leggemmo la targa che indicava un fatto storico con una data e una dicitura su Benito Mussolini, nessun riferimento a Claretta Petacci.
Ci fermammo in un parcheggio pochi metri più in alto a ridosso di un incrocio e a piedi tornammo dove c’era la targa ricordo su Mussolini che fotografai più volte.
A sera a cena all’Hotel Britannia di Cadenabbia, parlammo con il buon e anziano Nardo, il metrò del Britannia, che ci diede qualche ragguaglio sull’accaduto storico, mai letto o ascoltati in precedenza
Noi ascoltavamo con attenzione, questo successe una dozzina di anni fà.
Eravamo in ferie sul lago di Como, ed io ancora del tutto sano fisicamente, proponevo avventure sul lago e verso i monti.
Così finimmo per caso a Dongo.
Trovammo una accogliente piazza, con banche uffici negozi, e una caffetteria dove ci dissetammo.
Una ragazza che serviva si trattenne a scambiare notizie con noi.
“Da dove venite, dove andate, vi fermate…“, poi chiesi: “questo paesino e più elegante degli altri e sfoggia ricchezza visiva, come mai?”
E lei ci indicò il lago, dove la piazzetta è a ridosso della riva con darsene
Noi guardammo, lei continuò: “lì le acque del lago divennero rosse..”
Ci spiegò come avvenne il fermo del convoglio di Mussolini, come i suoi uomini furono fucilati, il sangue che si rovesciò nelle acque del lago, ci disse del Duce, a cui fu promessa salvezza qualora avesse lasciato a loro il tesoro che Mussolini recava con sè tramite il convoglio. Mussolini accetto, e si avviò con la Petacci verso sud.
I quali Giunti a Tremezzo, verso sera, seppero che da Milano, c’erano uomini che stavano risalendo il lago per catturarlo.
Mussolini vistosi braccato, con a nord allo Stelvio i tedeschi ad attenderlo, non certo amichevolmente.
Il Duce con la Petacci decisero chiedere ospitalità per la notte nella località di *Giulino, mentre si avventuravano tra irti monti per poi raggiungere Lugano.
Ormai stanchi, vennero ospitati lui nella villetta Maria, e la Petacci in una casa a 80 metri di distanza.
Mussolini all’alba si fermò vicino al cancello, in attesa della Petacci dove fu ucciso con arma da fuoco, la stessa sorte era toccata alla Petacci.
Facemmo foto a Dongo, ancora prima di andare in caffetteria, ed oggi vedo su internet lo stesso preciso punto dove furono fucilati gli uomini di Mussolini, è il punto dove noi eravamo, un punto di morte, di sangue e di storia.
Usciti dalla caffetteria, comminammo in Dongo, ci fermammo alla fine del paese su un ponte su un torrente ricco di acque limpide che subito dopo si immetteva nel lago.
A sera, a cena, il buon Nardo mi invitò nella cantina dell’hotel, scelse tra migliaia bottiglie di vino ben conservato, mi indicò una bottiglia di Aglianico del Vulture, per farci piacere e che ci offrì.
Nardo era un uomo ricco, ma solo, ma tanto bravo e buono. Chissà se è ancora in vita.
*”Il lago, Dongo, Mussolini, e Nardo.”e’ una storia reale ri-vissuta dai coniugi Friolo nei luoghi delle vicende storiche del periodo fascista, i quali ne hanno tratto questo racconto, rileggendo uno spaccato di vita della storia nazionale.
*Giulino, frazione di Tremezzina, Trenezzi lago di Como.
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Copertina fornita dall’autore, tratta da Web.
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.
ricco, solo, migliaia di bottiglie di vino ben conservato.
raramente desidero essere qualcun altro, e questa è una di quelle volte.