Dato che in questo blog di renzismo, del marcio del renzismo, di non-etica nel renzismo e chi più ne ha più ne metta, ne abbiamo scritto fin dai primi giorni del golpe bianco che portò Matteo Renzi e i suoi fidi a togliere l’impiego pubblico a Enrico Letta, a nulla serve ribadire il trito e il contrito. Di fatto ciò che mi indigna di più in questi giorni rispetto alle incredibili avventure del cosiddetto Giglio Magico nella Repubblica delle Banane andate-a-male che, soprattutto grazie a codesti signori, è diventata l’Italia moderna, è il totale, evidente, plastico disrispetto per gli elettori e per la dignità delle istituzioni che questi individui vorrebbero rappresentare.
L’ultima perla ce la regalata, di nuovo, il ducetto di Rignano che pur di difendere la sua amata compagna di merende politiche, avrebbe detto: “Boschi? No, al passo indietro. Decideranno gli italiani”. Sicuro… effettivamente avrebbero potuto decidere se il Rosatellum – la gagliarda legge elettorale voluta proprio dal PD – non comprendesse il listino bloccato che è un po’ come dire che i loro posti pubblici saranno assicurati anche per i prossimi cinque anni. Saranno assicurati, naturalmente, se gli italiani non sceglieranno di procedere come lo scorso 4 dicembre 2016 quando decisero di averne avuto abbastanza e segarono le gambe all’arrivismo scaltro renzista: chapeau!
Che poi questa seconda eventualità non è troppo improbabile. In realtà, mentre i sondaggisti di regime continuano a dare l’ex glorioso pronipote del partito di Gramsci intorno al 23% e i sondaggi interni del PD, a detta dei giornali, parlerebbero di una percentuale intorno al 20%, i dati che ci danno le ultime amministrative in diverse regioni di Italia rivelano che questo movimento politico viaggia tra l’8 e il 12%. O forse sarebbe opportuno scrivere “viaggiava”. Naturalmente in un Paese mediaticamente sano, politicamene sano, eticamente sano codesti signori, lungi dall’avere anche solo l’1% avrebbero ricevuto il ben servito già da molto tempo e sarebbero memoria da obliare (per tutti basta citare il Bersani che a DiMartedì ha ricordato come in Gran Bretagna non vi è una legge per il conflitto di interessi… ma che quella non sarebbe comunque necessaria), però noi non siamo quel Paese….
Noi purtroppo siamo un Paese dove una parte ancora importante di popolazione vuoi per il dato anagrafico, vuoi per una formazione mancante continua a credere alle boiate di questi arrivisti scaltri; noi siamo un Paese in mano agli editori impuri che continuano a difendere solo i loro sporchi interessi fottendosene della moralità; noi siamo un Paese dove l’etica politica è una parolaccia; noi siamo un Paese dove la mafia la vince e poi si aumenta lo stipendio con i soldi dello Stato; noi siamo un Paese dove gli integerrimi servitori dello Stato vengono ammazzati, inquisiti, denigrati, zittiti e i ladri, i faccendieri, persino i rubagalline, vengono guardati con ammirazione.
Noi siamo un Paese dove un Giglio venduto per Magico si scopre Crisantemo Puzzolente e Appassito, ma per i più non ci sarà nulla di strano e quello continuerà ad odorare di Chanel Nr 5… nell’approvazione silente, connivente e incondizionata di chi dovrebbe vigilare. Sic!
Rina Brundu