Molte volte le mie liriche sono testimonianze scomode, ma reali, che cozzano violentemente contro l’ipocrisia diffusa e inarrestabile degli eventi locali e non, eventi che si manifestano nel sottomesso accettare e che diventano anticamera dell’inevitabile scorrere verso il peggio.
Evidente, ma celato dal credere dall’essere un succube predestinato, mentre chi va “Ruffianando”, ha tutto quello che agli altri viene a mancare. Sembra quasi un destino che si consuma dalla notte dei tempi, ma io resto inchiodato sulle mie posizioni, impavido e attento osservatore degli animi e delle mille sfumature che il mondo mi presenta, traghettatore di quei valori che sono diventati un caposaldo del nostro essere uomini.
Gravissimo: è indegno.
IL RE DALLE GHIRLANDE FALSE
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Ho caricato il fardello dei ricordi
su dei fogli di carta bianca
e nonostante la crudeltà
veniva immessa nel mio cuore
ho sciolto dolcezze agili sul borgo,
raccontandone virtù di un cielo infinito
di notti stellate, i riflessi del sole sul mare
della luna che non va a dormire.
Ho scritto di un cacciatore e di un falco,
delle coste del Cervaro infuocate,
di torridi estate, salse al sole ad essiccare.
Storie dentro l’animo di gente discreta:
lacrime amare ed angosciate di una madre
allo struggente dipartirsi della sua creatura.
Ho narrato il profumo di pane sfornato,
in uno, con l’acre sudore di una fornaia.
Ho ricordato la casa sulla collina,
il bimbo chiedere invocando: mamma ci sei ?
Per te, paese mio, ho donato accenni
decantati per radio, letti sui palchi
come storia e sul giornale, sentimenti intimi
descritti in antologie, riportati sul web,
e da sconosciute voci commentate
aldilà dei oceani, destando interesse,
commozione, rivoli di dolce pianto
nei tuoi figli, in città e paesi, in terre lontane
a far rivivere un tempo passato,
oggi redento e sempre sognato.
Paese del mio primo vagito,
da me decantato, osannato,
sei tesoro adagiato sull’irto colle,
deità panoramica unica e bella.
Ti ho amato tanto, forse non meritavi
che pure hai aggrovigliato a me,ripetutamente crudeltà di miseri umani
con ombre fugaci ed ingratitudine,
che vorrebbero uccidere verità
incastonate sul muro abbattuto
nella umile dimora dei ricordi,
Non sei stato, tu paese mio,ma chi di te, si è fatto padrone.
fasciandosi il capo, con ghirlande false.
Copertina, dipinto: è del grande artista Antonio Di Matteo.
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Si ringrazia l’autore per la cortese concessione.
Immagine di copertina fornita dall’autore.
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.
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