Tutto cambia rapidamente nello scenario politico. Le coalizioni durano il tempo di una notte. A volte anche meno. Quelli che raggiungono il risultato elettorale più alto, si dividono per formare maggioranze con gli avversari più ostili.
Questo è quello che accade a livello nazionale. E forse anche a livello internazionale. Ma se a Roma la politica si fa sempre più “liquida”, da noi cosa accade? Nulla o quasi. Mentre la Lega e i 5 Stelle alle elezioni nazionali fanno “cappotto”, per usare un’espressione utilizzata dal sindaco di Sanza Vittorio Esposito, nei nostri territori la politica resta ferma al palo. In due paesi del Vallo di Diano, Atena Lucana e Polla, il 10 giugno si tornerà al voto per eleggere i consigli comunali. In entrambi i casi, non sono state presentate liste di partito. L’aspetto curioso di questa tornata elettorale, però, è che in entrambi i paesi si fronteggiano schieramenti riconducibili alla stessa corrente politica: a Polla entrambe le liste si collocano più nell’area del centro destra; ad Atena Lucana, invece, i due gruppi si possono considerare di centrosinistra, o quasi. Non è secondaria, infatti, la presenza di candidati espressamente di centro-destra. Come pure a Polla le liste risultano politicamente trasversali. Nulla di strano. Ma siamo sicuri che l’ambiguità porti un vantaggio politico? A giudicare dalle condizioni dei nostri territori pare proprio di no. Eppure, la stragrande maggioranza degli amministratori del Vallo di Diano si possono considerare democratici (pur non avendo tutti la tessera del Pd) e vicini all’attuale governatore regionale.
Domenica scorsa si è tenuta a Salerno l’assemblea provinciale degli iscritti al Partito democratico per eleggere i membri della nuova direzione provinciale. Tra i 96 membri designati, anche cinque giovani valdianesi. Ma temo che sia un’operazione tardiva. Il partito non gode di buona salute. Neppure il governatore campano se la passa bene. In queste ore, De Luca sta provando a risalire la china, rimodulando la compagine amministrativa regionale. Ma pesa sul destino del presidente il rapporto con il nuovo governo e la capacità di portare a casa, in meno di due anni dalle prossime elezioni regionali, una serie di risultati in grado di ottenere la riaffermazione alla guida della Campania. Da questa cosa potrebbe dipendere anche il destino di molti amministratori del Vallo di Diano. Ma anche qui, non basta sperare in una rielezione di De Luca per poter tirare a campare, occorrere darsi una scrollata e provare a chiedere di più per un territorio che, nonostante l’enorme distanza dai grossi centri urbani, riesce a restare a galla. Ma per quanto tempo ancora? Serve cambiare passo, presentando proposte concrete e praticabili, altrimenti il vento del populismo potrebbe lentamente raggiungere anche la nostra valle isolata.