
Tratto da:Onda Lucana by Ivan Larotonda
Si parla giornalmente delle espansioni economiche prodotte dalla finanza speculativa, di una forza che immette nel mercato globale milioni di dollari che non hanno reale corrispettivo cartaceo o in metallo prezioso. In questa bolla, medesima, si può inserire l’illusione di appartenere a un villaggio globale, teoria molto in voga nei “rampanti” anni ’90, per intenderci quelli con il “democratico” Clinton: che suonava il sax, frequentava giovani stagiste, e preparava la fine dell’economia occidentale! Oltre che a bombardare misera gente dei paesi poveri, con la scusa del terrorismo. Ovviamente, complementare a tutto ciò, erano l’abbattimento delle frontiere, inutile orpello, un qualcosa di retrò che procurava angoscia nei giovani dinamici che corrono a lavare piatti a Nova York e tornando in Patria, (scusate, giovani rampanti, per il maschilista titolo di terra dei padri, so bene che voi la terra d’origine tutt’al più la definite: Paese!), quando tornano, dicono a tutti che è bello conoscere il mondo! Immagino la grande soddisfazione per il genitore che ha speso centomila euro per farlo studiare. Sarebbe stato molto più onorevole che quel giovane non avesse mai scavallato il colle che racchiude l’orizzonte del suo borgo natìo. Che mille tramonti avessero continuato ad arrossare il suo volto di giovane cameriere nell’osteria locale. Comunque, con la speranza che i tempi del “multi” (culturale, etnico, religioso ecc.), siano giunti al tramonto, (la riedizione Clinton l’abbiamo scampata ed è già molto!), scostiamo ora lo sguardo alle migrazioni di un tempo, quelle vere! Dettate da seri motivi, non organizzate dai miliardari “project” umanitari “no profit”. Ci fu un tempo in cui le migrazioni erano spontanee, per davvero si fuggiva dalle guerre, per davvero si cercavano luoghi meno aridi se non verdi pascoli sui quali far ingrassare gli armenti, e di conseguenza allevare nuove generazioni. Se poi si dice che le migrazioni, sia quelle antiche che le contemporanee, rappresentano l’alba di un nuovo mondo, ne siamo consapevoli tutti: come si fa a sostenere il contrario? Il punto è che i cambiamenti non sono sempre stati favorevoli a tutti, persino riguardo ai sopraggiunti, dato che si tengono a cuore, solo ed esclusivamente, gli ultimi arrivati. Le onde di marea generano nuovi campi, o ne sottraggono altri preesistenti. La palingenesi, in natura, si forma nei tempi e nei modi che abbracciano distanze superiori non solo alla nostra esistenza biologica, personale, ma anche culturale, di un intera civiltà. Chi infatti assisterà al, a detta dei geologi, ritorno della Pangea? La riunificazione di tutti i continenti. Ci sarà ancora l’uomo, o la terra, o finirà tutto prima del ricongiungimento? L’identico sistema si applica all’elemento propriamente antropologico. L’uomo con tutte le sue attività. Ebbene chiarire, una volta per tutte, cosa comporta per l’umanità intera lo sradicamento di milioni di esseri umani, trasportati da un capo all’altro della terra come fossero merci su mega-navi container, e per giunta in un tempo talmente breve che abbraccia, spesso, una sola generazione! Come nel caso dell’Europa meridionale, già devastata dal brigantesco sistema capitalistico di borsa ed ora invasa anche da milioni d’individui. Che poi l’enorme massa non porta a nulla di duraturo, l’unica cosa che perdurerebbe, col passare degli anni, è il caos, i cui prodromi sono sotto gli occhi di tutti: le comunità sono state devastate e, col plauso di chi ha voluto lo sconquasso migratorio, (ripeto, che è voluto da entità economiche superiori agli stati nazionali), si è scatenata la guerra dei poveri: per un casa popolare, corsi e ricorsi per l’accaparramento delle prestazioni sanitarie gratuite, gli asili e le mense scolastiche. Qui non siamo di fronte a nulla di spontaneo, niente è genuino nel mondo odierno occidentale, un luogo più simile al cesto di aspidi che alla terra delle libertà. Che poi questa libertà dovrebbero spiegarcela in cosa consiste, intanto sugli altari di questa nuova religione occidentale sono tornati gli antichi sacerdoti, come Tony Blair, che ha definito praticamente degli imbecilli i suoi concittadini, rei di aver votato contro la libertà che ci dona l’UE, e della quale gioiscono i greci e noi italiani. Ad esso si unisce, in una azione congiunta che è nello stile “casuale”, tipico di quest’epoca delle libertà occidentali, l’altro grande profeta ammantato dall’iridescente bandiera dell’”umanità unita”, Mark Zuckerberg, pronto a salvarci dal mostruoso stato-mostro “trumpiano”, il retorico sovranista che pretende ancora di profanare tutta questa libertà raggiunta, rialzando muri e confini, abominio delle genti “progredite”! Come osi tu, miliardario col ciuffo biondo, osare di abbattere l’appena riedificata Torre di Babele? Perché giochi a farti Dio? Non si possono sparigliare nuovamente i popoli, essi devono costruire il tempio-torre delle libertà e dell’unità di tutti i popoli. Nei tempi arcaici la Bibbia descrisse un Dio irato che divideva i popoli per nazioni e lingue, che dunque abbatteva l’unità primigenia. Ora, grazie a 200 anni di accecante luminosità massonica, siamo finalmente liberi, uguali, e fratelli, nella morte, nel caos, e nella schiavitù alla libertà dei pochi miliardari che vogliono così amorevolmente unirci tutti. Perché una fossa comune è pur sempre il raggiungimento di un unità.
Tratto da:Onda Lucana by Ivan Larotonda