Un articolo del codice della strada viene spesso brandito contro i ciclisti e considerato tassativo dagli automobilisti: il comma 2 dell’articolo 143: “I veicoli sprovvisti di motore e gli animali devono essere tenuti il più vicino possibile al margine destro della carreggiata.”

Questo articolo viene erroneamente interpretato dagli automobilisti come “le biciclette devono stare più a destra possibile perché così io posso passare senza spostare la mia traiettoria e senza effettuare una regolare manovra di sorpasso come prescritto nell’articolo 148“.

In realtà la prescrizione del comma 2 dell’articolo 143 non esclude il fatto che i veicoli a motore debbano comunque rispettare l’articolo 148 che infatti inizia con “Il sorpasso è la manovra mediante la quale un veicolo supera un altro veicolo, un animale o un pedone in movimento o fermi sulla corsia o sulla parte della carreggiata destinata normalmente alla circolazione”. Ovvero le norme dell’articolo 148 devono essere rispettate in ogni caso, anche quando il ciclista è totalmente a destra (e infatti il codice italiano prescrive “adeguata distanza laterale” mentre i codici francese, spagnolo, belga e altri prescrivono un metro e mezzo di distanza laterale dal ciclista in caso di sorpasso).

La prescrizione dell’articolo 143 comma 2 è quindi contraddittoria e pericolosa per due motivi:

  1. In ambito urbano le auto e i furgoni parcheggiati presentano il frequente pericolo di apertura improvvisa della portiera. È un incidente abbastanza frequente, spesso fonte di gravi ferite e talvolta mortale, come in questo caso a Bologna. E infatti il ministero dei trasporti della Gran Bretagna, per fare un esempio, consiglia esplicitamente i ciclisti di pedalare a un metro dalle auto parcheggiate e a pedalare in centro alla via nelle strade strette.
  2. Su molte strade extraurbane e di campagna il ciclista che pedala a un metro dal margine è più visibile e costringe l’automobilista che sopravviene a una manovra di sorpasso più attenta e consapevole rispetto a “scivolare” pericolosamente a lato del ciclista.

Nota bene: non è sbagliato stare a destra. È sbagliata la forma tassativa con cui l’obbligo viene determinato e ribadito per animali e veicoli non motorizzati perché incoraggia un comportamento pericoloso da parte di chi guida veicoli a motore, e inoltre non tiene conto delle problematiche specifiche della circolazione dei ciclisti nel caos del traffico odierno. Sarebbe sufficiente il comma precedente, il numero 1, per tutti: “I veicoli devono circolare sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, anche quando la strada è libera”, aggiungendo una serie di eccezioni per motivi di sicurezza (auto parcheggiate, asfalto deteriorato, strada stretta).

Da notare che la prescrizione di stare a destra storicamente nasce soprattutto per le automobili, che negli anni 30, in presenza di strade spesso totalmente prive di segnaletica orizzontale e di strisce di mezzeria, tendevano a tenere il centro della strada, come viene documentato qui anche dalla citazione di illustrazioni del codice della strada in una edizione del 1934.

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Sempre a proposito di codice della strada e ciclisti, qui i problemi e le contraddizioni dell’articolo 182, relativo ai gruppi di ciclisti, anch’esso pericoloso, confuso e superficiale.

via La norma che obbliga i ciclisti a stare sempre a destra è pericolosa e sbagliata — Benzina Zero