La panchina della solitudine
Tratto da:Onda Lucana® by Nicola Ventimiglia
La notte è scura e fredda, la luna piena, in cielo, splende, magnifica visione, un ombra sta seduta ora là, gli occhi al cielo, mentre il fiume scorre lento, osserva il firmamento, il luccichio di tante stelle, seducono la sua attenzione.
Il volto e gli occhi tristi, i pensieri lo tormentano, smorfie sul suo viso appaiono, muove le mani, come parlasse a qualcuno che stà ad ascoltare.
La vita non gli è stata prodiga, ha visto il mondo, in ogni parte, ma ha perso lo stare insieme, lei non c’è più, il suo cuore, trafitto dal dolore, la cerca ogni sera, là dove, ragazzi, amoreggiavano, ora lei non c’è più.
Si agita un pò, arrabbiato, la vorrebbe vedere ancora, parlarle, almeno una sola volta e scrolla il capo.
Lei arriva elegante, come sempre, gli tende la mano e lui la sua, si siede accanto a lui e lo accarezza.
Un sorriso sul suo volto si disegna, brillano ora gli occhi suoi, tiene quella mano con vigore, come avesse paura di perderla, non poterla più toccare.
A lungo rimane in quella posa, poi sulla spalla s’adagia il capo, lei si è dissolta, chiude gli occhi, le mani si adagiano in grembo, ora, sta con lei e la luna illumina la scena, il firmamento s’accende ancor di più, rende omaggio al vecchio, sulla panchina della sua solitudine.
Tratto da:Onda Lucana® by Nicola Ventimiglia