“L ‘Appia Antica” diventa patrimonio UNESCO.

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

La via Appia è un mito più che una strada, nell’immaginario collettivo ha sempre suscitato il fascino dell’archetipo della strada, madre da cui tutte discendono; per progettazione ed esecuzione. In effetti è così, in quanto è la prima di concezione moderna, intesa come via che deve accelerare il tragitto: e per questo supera fiumi e valli coi ponti, i monti e i colli tagliandone i fianchi; ne abbiamo un mirabile esempio in località Sanzanello, presso Venosa, dove la via s’incunea nel colle e restano mirabili le cosiddette tagliate in ambo i lati. Il criterio della sua realizzazione fu dunque accelerare il percorso; nasce come via militare, per permettere alle legioni di piombare sul nemico in modo rapido.

Fu al tempo delle guerre sannitiche che venne iniziata, quando Roma conquistò il Sud cosicché l’Appia proseguì il suo iter man mano che procedeva l’avanzata politica. Come ambasceria dell’Urbe, come modello di vita, come forma orbis! E difatti il mondo fu romano grazie alle infrastrutture tipo questa strada. Violatrice della natura quindi, non ne assecondò i crinali montuosi, quel che ad esempio fece l’Herculia, via-tratturo che carezzava colli e monti, perché nata con criteri del tutto opposti all’Appia; era una strada commerciale, portava greggi, branchi e prodotti affini.

Adesso, finalmente, anche l’UNESCO riconosce la sua unicità di strada: modello da cui tutto ebbe inizio. Appia cordone ombelicale fra Italia e Grecia, esempio di come si costruisce davvero l’unità politica. Quanto dice a noi europei d’oggi che siamo stati “uniti” dalla moneta? Senz’altro che fu più autentica l’unificazione del primo tipo.

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

Si ringrazia l’autore per la cortese concessione. Immagine di copertina tratta da Web fornita dall’autore.

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