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L’entrata di Cristo a Bruxelles.

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur

E’ uno di quei quadri che hanno avuto la capacità di aprire gli occhi al mondo e agli uomini sulla nuova umanità. Come non pensare, mentre lo si guarda, all’alienazione delle nostre città moderne. Mi viene in mente un bellissimo articolo di Massimo Fini, sull’alienazione, che già preannunciava l’arrivo dei tempi cupi in Italia e che si intitola”Milano Due 1980, All’alba di un nuovo mondo”.

Leggendolo mi è sempre venuta in mente quella canzone di Cocciante che, almeno nel titolo, è davvero esemplificativa del messaggio di quella fosca previsione finiana “Era già tutto previsto”, insomma. Tornando al quadro, esprime assieme all’alienazione un qualcosa di sempiterno nell’animo umano: la ricerca del sacro negli uomini che non si ferma mai, che non muore mai, nemmeno nella algida e fredda Bruxelles, capitale di quello stato che, come avrebbe detto Nigel Farage: “non è uno stato” ecco perché, forse, ci hanno piazzato lì proprio la capitale di un’Europa che non è un’Europa.

Aspettando la Russia, un po’ come in Beckett si aspetta “Godot.” Sacro e alienato in quest’opera di Ensor. Sarebbe potuta benissimo essere un’opera latina: De Humanitate. Oppure l’inizio di un corso di filosofia contemporanea: dov’è Dio?

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur