La maggior evidenza dell’enunciato che dimostra che lo Stato non fa e non ha mai fatto gli interessi del Popolo, che invece domina, sta nel fatto che tale organismo, in realtà inesistente, perché non tangibile, ma presente solo nelle menti degli ignari cittadini, mantiene, tramite busta paga, esclusivamente i propri dipendenti “pubblici” (sono tali, non perché appartengono al Popolo ma, perché le loro cariche sono di pubblico dominio). Con questa prassi è evidente che lo Stato è fine a se stesso e che i propri dipendenti concorrono al buon funzionamento dell’apparato (di natura privatistica) a scapito dei cittadini, sempre e comunque debitori. Se lo Stato fosse ciò che vuol fare intendere, dovrebbe elargire emolumenti a tutti i cittadini perché tutti contribuiscono al buon funzionamento della società, invece, si prende cura solo dei propri servitori, parassitando letteralmente tutti gli altri malcapitati.
Sovente si sente dire che coloro che hanno scoperto la frode del nome legale debbano utilizzare il linguaggio legalese per far sì che gli addetti del settore comprendano ciò che si vuole enunciare. Ma siamo sicuri che così debba essere e non forse il contrario? Per incominciare, coloro che parlano il legalese sono profumatamente pagati per fare ciò, mentre chi non utilizza tale linguaggio non gode di nessun privilegio economico. In seconda istanza, chi sono coloro che hanno usurpato il territorio? Non dovrebbero essere questi ultimi ad utilizzare il linguaggio locale? Generalmente, chi si reca in un altro Paese ha il dovere di conoscerne la lingua in uso in quel dato territorio, a meno che non si rechi allo scopo di dominare. In questo caso costringe le genti autoctone ad usare il linguaggio dell’invasore, proprio come accade per l’amministrazione pubblica che impone il linguaggio legalese dell’invasore. Questo dimostra palesemente che la stragrande maggioranza del Popolo italiano è invaso e dominato da una ristretta cerchia di esecutori che impongono il volere dei loro mandanti al di fuori di ogni legittimità, per il solo fatto che agiscono con la forza delle armi.