Malika e le sue carenze affettive
Tratto da: Onda Lucana® by Monica Splendori (AIL)
4 A) “Benvenuta Malika” Quella notte d’estate nacque Malika, tre chili e due etti, bella rosea con gli occhi grandi. Così la mamma, le raccontava ogniqualvolta, lei lo chiedesse, era dolce con un gran sorriso, che non perse mai! Malika, aveva il brutto difetto di non dormire, tanto che la mamma la definiva “bambina cattiva”, questo rispetto al fratellino nato un anno dopo. La bimba crebbe e trovo’ il suo equilibrio notturno, ma la sua vivacità data dalla voglia di vivere, era la sua caratteristica principale. A quei tempi, i giochi erano in strada o nei cortili, e tra amici di sempre ci si divertiva moltissimo. Malika, amava tanto, i giochi di squadra, dove vi era competizione, infatti lei ed il fratello, entrambi forse anche per la loro esile struttura, nelle gare scolastiche di staffetta e corsa, vincevano sempre la medaglia d’oro o d’argento. La scuola era un impegno, e tutto sommato la maestra, seppur riconoscendo la vivacità di spirito ed allo stesso modo la timidezza della bimba, la considerava diligente ed intelligente.
L’amore nella sua accezione più complessa era qui rappresentato come esperienza soggettiva positiva in Malika, in essa vi era lo slancio, il languore il desiderio ed il sogno in tutta la sua energia creativa che attraversandola la usava come collante per edificare un nuovo mondo ed un nuovo sè. Di cui siamo ad un tempo figli e genitori. Da questo racconto possiamo analizzare l’amore di una madre per il figlio, essa nel momento in cui aspetta il bambino e poi lo nutre e lo alleva è creatrice di un essere e con lui ricrea se stessa. Crea una nuova comunità nella quale entrambi sono co/creativi il bambino non è passivo, è una continua ridefinizione tra i due. Questo processo tra di loro continuerà ed è per questo che il loro amore sarà per sempre, perché si rinnova perennemente.
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Tratto da: Onda Lucana® by Monica Splendori (AIL)
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.