La politica stenta a riprendere i ritmi normali in attesa della ripresa dei lavori parlamentari tiene banco la polemica sullo ius soli. C’è però chi approfitta dei ritmi lenti per mettere a fuoco le idee, con lo sguardo rivolto al futuro. Alle elezioni. Al voto che finalmente arriverà, magari in primavera quando il governo Gentiloni arriverà a scadenza naturale. Un voto che con questo sistema elettorale – rischia di consegnarci un altro non-governo. Ma tant’è, si riflette sui candidati. A destra il caos è massimo: oltre alla sfida tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ci sono i candidati potenziali del Cav, da Calenda a Marchionne o Montezemolo . A sinistra, peggio che mai: Matteo Renzi rivendica leadership e candidatura, ma ogni giorno che passa appare più debole e incandidabile.
Ma presuntuoso per natura va in giro dicendo: “Non saranno altri a escludermi da Palazzo Chigi, deciderò io”. E se “lui” deciderà di fare un passo indietro, arrendendosi al crollo di consensi e ai veti incrociati, la carta a sorpresa potrebbe essere la sua storica fedelissima: Maria Elena Boschi. Un’ipotesi pericolosa, per il centrosinistra, perché anche la popolarità della Boschi, dal caso Banca Etruria in poi, non è scintillante. Ma la ragazza si sa è ambiziosa e sta lavorando da mesi sottotraccia per non farsi trovare, nell’eventualità, impreparata. Lavora per rafforzare il suo potere nei ministeri e tra i dirigenti statali.
Ad oggi, la Boschi può contare su una solida rete di “protezione istituzionale”, come la definisce Marco Damilano. Una rete, quella della Boschi, che con discreta approssimazione la spingerà, nel 2018, cinque stelle permettendo, a un gradino superiore: quello di presidente della Camera. È questo, infatti, lo scenario più probabile che la riguarda: dopo il voto, potrebbe prendersi lo scranno oggi disastrosamente occupato da Laura Boldrini. Anche se la vera ambizione, mai nascosta, di Maria Elena è quella di diventare la prima donna premier nella storia d’Italia.