Potenza

Capoluogo di regione, fulcro del potere politico, della burocrazia, della spesa trasferita e dei servizi regionali, sede dell’ateneo lucano e della più grande e articolata struttura ospedaliera regionale, sino ad oggi, non è riusci-ta ad esprimere una compiuta identità e un definito ruolo di guida socio-culturale e motore economico per l’intera comunità di Basilicata. Per le limitrofe e circostanti aree interne e montane, Potenza rappresenta un vero e proprio riferimento geografico socio-culturale ed economico. Potenza e le sue aree interne e montane dipendono simbiotica-mente l’una dalle altre e viceversa: Potenza per ricevere deve dare alle aree interne e sperare un forte riequilibrio economico delle stesse possa, come verificatosi negli anni post-sismici, alimentare la propria crescita. Se le aree interne dovessero proseguire lungo il cammino della povertà, dello spopolamento e dell’emigrazione, anche Potenza, come già si verifica, sarà attratta nell’orbita del declino economico: al contrario, forti e riequilibrate aree interne costituiranno il presupposto necessario e fondamentale per garantire la crescita socio-culturale ed economica dell’intera regione e del suo capoluogo.

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Immagine tratta da web (Potenza e la sua edilizia)

Per pianificare un più intenso, efficace e qualitativo sviluppo socio-economico di Potenza, che possa, poi, irradiarsi, in generale, verso l’intera regione e, in particolare, verso le limitrofe e circostanti zone interne e montane, necessitano complesse soluzioni che non potranno discostarsi, in maniera divergente, dalle pregresse, e per molti aspetti, errate o mancate scelte e direttrici dello sviluppo. La confusione edilizia (causata dalla mancata adozione di ben definiti pia-ni regolatori e urbanistici) ha provocato una tale sovrapposizione di edifici residenziali con quelli direzionali, artigianali e commerciali, che, a parere di molti tecnici ed esperti in materia, sarà difficile adottare, negli anni a venire, veri e propri programmi di riqualificazione della città, idonei a restituirle splendore, calore, sincera attrazione ed una eccellente qualità della vita quanto innanzi, non per essere disfattisti, ma per fotografare uno status urbanistico della città di Potenza che ha, poi, nel tempo, negativamente, sulle relazioni esterne e sulle condizioni socio-economiche e culturali dei cittadini residenti e non.

I luoghi o le attività aggreganti, dello svago e del tempo libero, risultano così insufficienti da determinare veri e propri esodi dei cittadini residenti, verso altre mete, non solo, in concomitanza, dei periodi feriali estivi ed invernali, ma, anche, in prossimità dei fine-settimana e dei giorni festivi. Una città che si presenta, a tutti, anonima, spoglia, vuota e silenziosa, potrà mai divenire luogo di attrazione turistica? Le risorse economiche esterne che potrebbero alimentare lo sviluppo socio-economico della città e della sua comunità, resteranno, sempre e solo, sulla carta se non si adotteranno veri e concreti programmi di riqualificazione urbanistica, di valorizzazione delle risorse storico-culturali, delle tradizioni popolari e della cucina tipica, e se non si incentiverà lo sviluppo di qualitative strutture ricettizie e dei servizi connessi ad un turismo verticale e, fortemente, destagionalizzato. Potenza, collegata a quel naturale asse di sviluppo turistico invernale, dello svago e del tempo libero, Potenza, Pignola, Lago-Pantano, Sellata, Rifreddo, offrendo adeguate e, sempre più, qualificate strutture ricettizie e dei servizi connessi, valorizzando il proprio patrimonio storico-culturali, delle tradizioni popolari e della cucina tipica, potrebbe ricavarne indiretti e benefici effetti sotto il profilo del proprio sviluppo socio-economico.

Necessitano, pertanto, adeguati programmi di sviluppo turistico dell’asse Potenza-Pignola-Lago Pantano-Sellata-Rifreddo, al fine di favorire la crescita socio-economica di quelle zone e del capoluogo di regione. Anche Potenza dovrà mettere in rete i propri fattori produttivi, iniziando a considerare l’Università degli Studi di Basilicata quale qualificato luogo aggregante e palco delle manifestazioni e degli incontri socio-culturali regionali e nazionali: l’Università degli Studi di Basilicata dovrà, sempre di più, aprirsi alla comunità e alla società civile, compartecipando ai processi di sviluppo socio-economico della comunità lucana.

Il potenziamento delle strutture didattiche e dei servizi agli studenti e dell’offerta formativa Post-diploma, con l’istituzione dei corsi di laurea in giurisprudenza, economia e commercio, medicina e chirurgia e annessi istituti delle specializzazioni, presso la sede di Potenza, trasformerebbero l’Università degli Studi di Basilicata in vero polo universitario, con benefici effetti internativi del grave fenomeno della migrazione studentesca lucana verso altri e più strutturati atenei Italiani, con straordinari benefici economici in termini di minori spese per le famiglie lucane e di maggiori entrate per i servizi resi ad un maggior numero di studenti residenti e extra-regionali attratti da una maggiore e migliore offerta formativa.

Presso l’Università di Basilicata andrebbe, poi, ubicata e creata l’ agenzia per lo sviluppo tecnologico e della ricerca applicata. Alla struttura ospedaliera del San Carlo, sempre più qualificata nei percorsi terapeutici e nei servizi socio-sanitari, al pari del polo universitario, va riconosciuto un fondamentale ruolo attrattivo delle risorse esterne per i connessi servizi da offrire ed erogare ai degenti e a quanti, familiari e non, impegnati nell’opera di accudimento e di assistenza extra-ospedaliera. La sede regionale di via Anzio, nella sua qualità di erogatore di servizi amministrativi in favore dell’intera comunità lucana, rappresenta un’ineguagliabile fulcro attrattivo di flussi di utenza e di dipendenti non residenti, e, affinché, gli apporti di risorse finanziarie esterne, spese in loco, diventino sempre più consistenti occorre migliorare strutture e servizi che facilitino ed agevolino la permanenza degli utenti e dipendenti fuori sede.

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Immagine tratta da web (Unibas)

Necessiterà il completamento dell’infrastruttura viaria urbana e provinciale, un più sviluppato e integrato sistema dei trasporti urbani ed extra, al fine di favorire la mobilità e le relazioni socio-economiche. Nell’ottica di una riqualificazione urbanistica la città di Potenza dovrebbe ridefinire, poi, in maniera definitiva, le aree commerciali, delle produzioni artigianali e direzionali, le aree abitative o residenziali, le aree e gli spazi da riservare al verde, a strutture per lo sport agonistico e dilettantistico, per lo svago e il tempo libero. Un qualificato parco dei congressi, da realizzarsi nel capoluogo di regione, porterebbe ad un naturale e consequenziale sviluppo del turismo conferenziale. Necessiteranno, poi, per la città di Potenza, al fine di re-innescare un equi-librato sviluppo socio-economico, intensi programmi di incentivazione delle piccole e medie imprese dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi, idonei a sostenerne i necessari processi eli ammodernamento e innovazione tecnologica. Solo con coraggiose scelte e mirati programmi la città di Potenza potrà conoscere nuovi e duraturi processi di crescita economica, ritrovare la sua identità e riaffermare, a pieno titolo e a tutti gli effetti, il proprio ruolo di capoluogo della regione Basilicata.

Foto di copertina tratta da repertorio Web Apt-Basilicata.

Avv, Antonio Grazia Romano

Tratto da:Onda Lucana® Press