Il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo che introduce il reddito di inclusione (Rei). La misura si rivolge a una platea di 400 mila famiglie, pari a circa 1,8 milioni di persone, e dal 1 gennaio 2018 sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva.
IMPORTO – L’importo dell’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese, e dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale.
LIMITI – Il beneficio è condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà. Il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’Isee, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. Hanno priorità nell’accesso al Rei le famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55. Il Rei è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa ma non con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della Naspi o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.
Il reddito di inclusione sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Al Rei si accederà attraverso una dichiarazione a fini Isee “precompilata”.
“Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo, Parlamento e Alleanza contro la povertà” scrive su twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
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via Povertà: il reddito d’inclusione da 485 euro è legge — QuiFinanza