Dopo sessant’anni l’Italia è fuori dai mondiali.
Si può provare delusione per uno sport mai seguito, mai guardato, mai capito, uno sport che però, ogni quattro anni, in occasione dei mondiali, unisce un popolo intero?
Sì, si può.
Colpe, sfortuna, errori.
Non so commentare una partita di calcio, ma questi mondiali potevano essere un’ultima occasione, per tanti.
Gigi Buffon piange davanti alle telecamere, e mi viene da pensare che nonostante tutto, nonostante le maschere e le cifre di ghiaccio, nonostante le accuse, su quel prato dipinto di bianco corrono prima di tutto persone: abbiamo sognato e combattuto con loro, e questa sera siamo qui a domandarci con tristezza che cosa saranno questi strani mondiali, senza di noi.
Dopo sessant’anni l’Italia è fuori dai mondiali, ed io nemmeno ci credo.
Non dovrebbe significare niente, eppure ci sono momenti in cui ti senti talmente coinvolta che ogni volto deluso, ogni lacrima, ogni corpo gettato a terra ti fa sentire come se fossi là, a cercare di superare il muro e fare gol. Ma non c’è riuscito nessuno. È triste perdere così, ma ci hanno provato. È un gioco.
Ma é così strano pensare di guardare i mondiali, e non poter tifare per il proprio Paese, non poter cantare il nostro inno, non poter alzare la nostra bandiera.
“Abbiamo orgoglio, abbiamo forza, siamo testardi, siamo caparbi, e dopo brutte cadute troviamo il modo di rialzarci”
Ha detto ai microfoni Gigi Buffon: un grande campione