sovranita-popolare
Elaborazione grafica by Antonio Morena su immagine di repertorio Web.

Tratto da :Onda Lucana by Avv.Antonio Romano

Il Presunto Debito Pubblico Italiano nasce con le AM-LIRE imposteci dagli USA con lo sbarco in Sicilia. Il termine sovrano è riferito a un potere/autorità, che non ha altro potere o autorità da cui dipenda nell’ordinamento politico-giuridico di cui fa parte; quindi: stato s., nazione s., popolo s., che ha la sovranità”. Sovrano dunque “che sta sopra”, che non è soggetto ad altrui poteri, ossia autonomo, indipendente. La SOVRANITA’ MONETARIA è precipuo strumento attraverso il quale una nazione dirige la propria politica monetaria. La moneta non è “solo” lo strumento attraverso il quale si da vivacità economica al paese ma vi è di più ” la moneta diviene un potente mezzo di controllo politico. •“Il debito è asservimento”. •“Un paese che non si indebita fa rabbia agli usurai”. “Datemi il controllo della moneta di una nazione e me ne infischio di chi fa le leggi. •Ci sono due modi per conquistare e sottomettere una nazione e il suo popolo. Uno è con la spada, l’altro è controllando il suo debito. Ergo un popolo che gode di sovranità monetaria conserva la libertà di non indebitarsi. C’è qui da chiedersi se è vero, che prima del 1981 ( anno in cui ci fù il divorzio Ministero del Tesoro/Banca d’Italia ) lo Stato Italiano godeva di questa libertà. Per rispondere a tale quesito vogliamo ricordare per sommi capi quanto accadde nella notte tra il 9 e il 10 Luglio 1943 nel nostro paese. Non tutti conoscono la storia delle AM-lire, la moneta d’occupazione americana. Stampate in un primo momento negli Stati Uniti d’America e poi anche in Italia, presentava vari tagli da 1 lira fino a 500 e 1000 lire. Questa cartamoneta giunse inizialmente nel nostro Paese seguendo le truppe americane entrate nel territorio italiano con lo sbarco in Sicilia. Le AM-lire sostituirono la Lira italiana, abolendone il corso forzoso, con la moneta d’occupazione distribuita dalle truppe alleate. Fu così che un vero e proprio fiume di denaro invase il meridione senza alcun controllo né argine, portando in queste terre un indiscriminato aumento dei prezzi. La conseguenza fu un duplice esproprio subito dai cittadini italiani, i quali vennero depredati del potere d’acquisto delle lire italiane e chiamati a farsi carico del debito scaturente dalla nuova valuta. Pare che la prima “tiratura” fosse pari a circa 143 miliardi di AM-lire. La situazione era aggravata dalla fissazione di un cambio pari a 100 lire per dollaro americano e 400 lire per ogni sterlina inglese. Ciò conferiva ai militari statunitensi un formidabile potere d’acquisto maturato a discapito della popolazione civile, la quale veniva risucchiata in un vortice di disperata miseria. Si stima che nel 1944 l’aumento del costo della vita giunse fino al 344,47%. Per fare un esempio tra il 1945-1950 con un intero stipendio si potevano acquistare solo 15 kg di zucchero. Questa fu la ragione principale per la quale si ebbe un parziale ritorno al baratto e alla borsa nera. Pare che con questa valuta gli americani acquistarono diversi possedimenti nella nostra penisola, tra cui la sede dell’ambasciata americana a Roma. La storia della moneta d’occupazione americana terminò il 30 giugno 1950, quando con il D.M. 18.2.1950 venne ritirata dalla circolazione, terminandone il corso legale e addebitandone nel contempo il prezzo ai cittadini della neonata Repubblica. E sì, perché le AM-lire non venivano attribuite al popolo da liberare come mezzo convenzionale, ovvero libere da debito, ma venivano addebitate in cambio di titoli di Stato italiani, come sancito dalla LEGGE 28 dicembre 1952, n. 3598. Da tali accadimenti è facile comprendere che il nostro paese non ha mai goduto di “Piena sovranità monetaria” e che il debito ( pubblico ) è l’artificio attraverso il quale arricchirsi di una parte della ricchezza che il popolo produce con il lavoro. L’accordo del 24 gennaio 1946 tra il Governo italiano e quello Alleato riconobbe alla Banca d’Italia la facoltà di emettere le AM-lire” in un evidente rapporto di sudditanza, altro che sovranità.

Tratto da:Onda Lucana by Avv. Antonio Grazia Romano