Non bastava il terremoto con i suoi danni. Non bastava il fatto che le scosse, anche forti, sono tornate a far tremare la terra e soprattutto l’animo delle popolazioni colpite dal sisma del 2016. Non bastavano gli innumerevoli disagi. Ora sembra che si sia messo di punta anche lo Stato. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, per le popolazioni terremotate è in arrivo una vera e propria stangata fiscale che prevede la restituzione dell’Irpef al 100% in 24 mesi.
Il governo uscente, infatti, non ha provveduto a regolamentare la restituzione della tassa sospesa in occasione del sisma. Risultato: sarà necessario pagare anche gli arretrati a partire da maggio. Il che significa arrivare a versare quasi 400 euro a testa per ogni mese o in alternativa versare l’intera quota in un’unica soluzione, che in alcuni casi può arrivare anche a 15mila euro. Strade alternative, forse, erano percorribili. Sarebbe bastato un decreto per spalmare la restituzione negli anni, così come accaduto a L’Aquila. Ma così non è stato.
Dunque, non proprio il massimo per territori dove i disagi sono tutt’altro che terminati, come si legge sulla pagina Facebook “Terremoto Centro Italia” dei comitati spontanei nati dopo il sisma: i villaggi SAE (le casette per intenderci) non sono ancora terminati dal tutto (nelle Marche mancano ancora il 25% di SAE), i posti di lavoro perduti sono sulle migliaia di unità, la tutela sanitaria e contrattuale dei lavoratori delle Sae appare una chimera, alcune tonnellate di macerie sono per strada, è stato fatto poco o nulla per dare la possibilità ai non residenti di rientrare ed alimentare quel flusso commerciale indispensabile alle imprese locali non soltanto per il rilancio, ma per il semplice sostentamento delle loro attività.
A tutto questo, purtroppo, si deve aggiungere una triste realtà: i suicidi. Tanti. Troppi. L’ultimo quello di un 56enne di Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, ex titolare di tre bed&breakfast danneggiati dal terremoto del 2016, in attesa di realizzare le nuove strutture delocalizzate, che si è gettato dalla finestra dell’appartamento al terzo di un palazzo ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo, dove viveva da sfollato con la moglie. “Si sperava che i b&b potessero essere realizzati nel giro di poco tempo – ha riferito il sindaco Mauro Falcucci – ma i tempi sono molto lunghi. Siamo sotto shock, nessun poteva aspettarsi una cosa del genere. E’ l’ennesimo dramma nel dramma”.
Insomma, una situazione a dir poco drammatica. Sicuramente ben lontana dalla “rinascita civile e sociale” auspicata dal commissario straordinario per il terremoto Paola De Micheli all’inizio del suo mandato. E ora più che mai dai territori colpiti sale un grido unanime: così è difficile andare avanti, non ce la facciamo più.
via STANGATE FISCALI, DISAGI E SUICIDI: I TERREMOTATI NON CE LA FANNO PIÙ! — paolo politi
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.